Per i settori di auto, camion e bus arriva da Bruxelles la mazzata Euro 7 con limiti alle emissioni inquinanti ancora più severi soprattutto per i motori Diesel e a carico dei mezzi pesanti, con la conseguenza che i prezzi di listino, già più alti a causa dei costi energetici, subiranno ulteriori rincari. I costruttori di veicoli, da parte loro, si trovano tra due fuochi: da una parte, stanno investendo enormi risorse sulla svolta elettrica imposta dall'Ue (nel 2035 è previsto lo stop ai motori endotermici); dall'altra, saranno costretti a fare altrettanto per rispettare le nuove norme Euro 7, con la consapevolezza che le vetture con queste motorizzazioni dovrebbero terminare il loro corso sempre dal 2035. «Non ha senso investire su una tecnologia che pochi anni dopo verrà messa da parte, visto che l'obiettivo della Commissione Ue è quello di chiudere con la vendita di nuove auto endotermiche», il recente sfogo di Carlos Tavares, ad di Stellantis.
Il nuovo giro di vite, secondo la Commissione Ue, porterà a benefici evidenti entro il 2035, con una riduzione del 35% delle emissioni di ossidi di azoto (NOx), rispetto al già virtuoso Euro 6 e del 56% per l'Euro VI, lo standard in vigore per bus e camion. Allo stesso tempo, le particelle dal tubo di scappamento verranno ridotte di un altro 13% da auto e furgoni e del 39% da bus e camion, mentre quelle dai freni delle vetture saranno tagliate del 27%. La Commissione mira inoltre a garantire che le auto nuove rimangano meno inquinanti per più tempo. Regole aggiornate anche sulla durata delle batterie nei veicoli elettrici.
«Si pensava a una proposta più soft - così, al Giornale, Gianmarco Giorda, direttore di Anfia (Associazione della filiera italiana automotive) - invece vediamo obiettivi molto ambiziosi che impongono forti investimenti al settore senza dare, alla fine, un grossissimo contributo ambientale. Siamo preoccupati in quanto la proposta recita che i nuovi limiti per le auto dovrebbero entrare in vigore nel 2025 e per i mezzi pesanti nel 2027: sono tempi irrealistici anche perché l'iter legislativo durerà almeno un anno e mezzo, rischiando di arrivare ad avere la norma definitiva a pochi mesi dall'applicazione. Si deve ora lavorare affinché a livello di Europarlamento e Consiglio Ue siano apportate modifiche a questa proposta della Commissione. C'è anche il rischio che parte delle risorse destinate alle soluzione con emissioni zero, in particolare per i produttori di veicoli industriali, vengano distolte a beneficio dell'Euro 7. Nel 2023, tra l'altro, Bruxelles riesaminerà gli obiettivi anti CO2 per i mezzi pesanti.
Non si può esagerare con l'imposizione di investimenti insostenibili che finiscono poi per penalizzare i consumatori». «È una proposta che non fa bene al clima, non fa bene alla salute delle persone e non fa bene al settore», commenta Martin Lundstedt, ad di Volvo Group e presidente di Acea veicoli industriali (costruttori europei).
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