A cento anni esatti di distanza dalla sua inaugurazione, l'A8 Milano-Varese segna un nuovo record. Era il 21 settembre quando venne aperta come prima autostrada nella storia del Paese (e dell'Europa) e ieri, grazie a un maxi investimento da 200 milioni, Aspi l'ha abilitata a prima arteria a 5 corsie della Penisola.
L'obiettivo dell'ex Autostrade per l'Italia è strategico e rientra nella mission più generale di ammodernamento ed efficientamento della rete in ottica green che si realizzerà, secondo il piano industriale del gruppo, con 21,5 miliardi di investimenti in 10 anni. Non a caso, la tratta scelta è una delle più trafficate del Paese con 170mila veicoli al giorno e picchi che superano i 200mila transiti. Il suo ruolo è inoltre cruciale per la logistica e funge da collegamento tra le più grandi direttrici del Nord Italia.
Attraverso la realizzazione di una corsia aggiuntiva tra la barriera di Milano nord e l'interconnessione con l'autostrada A9 Lainate-Como-Chiasso -per un totale di circa 4,4 chilometri a servizio della città metropolitana di Milano e dei distretti produttivi che caratterizzano l'area - l'infrastruttura migliora i tempi di percorrenza, con un risparmio pari a un milioni di ore l'anno.
«Il potenziamento della Milano-Laghi - afferma l'ad di Aspi Roberto Tomasi (in foto) - è un progetto dall'alto valore simbolico e segna un nuovo primato in termini di capacità e qualità del viaggio. Ancora una volta nel raggiungimento di questo obiettivo è stata fondamentale l'assetto sinergico del nostro gruppo che ha visto schierate le diverse società controllate: Amplia per le costruzioni; Tecne per l'ingegneria e Movyon per le tecnologie».
Tomasi ha poi sottolineato come «l'88% dei materiali di scavo sia stato riutilizzato in attività di costruzione previste dall'intervento. L'opera - ha aggiunto - ha un sistema di drenaggio chiuso e controllato al 100% per la tutela delle acque e Autostrade ha previsto la piantumazione di 10 ettari di specie arboree autoctone in prossimità dell'abitato di Lainate, in grado di «assicurare una riduzione delle polveri sottili fino al 40%».
Ad inaugurare la nuova infrastruttura anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che, ricordando i dossier in corso, ha ribadito la volontà del governo sulla infrastrutturazione del Paese: «Stiamo lavorando per unirlo da Palermo al Brennero. È giusto e sano che la politica di un Paese democratico si divida dove si deve dividere, ma si deve unire sul fronte delle infrastrutture e sull'energia, sulle strade, sulla sicurezza l'innovazione, la mobilità e il tempo perso in meno: ascolto tutti, ma non sono più disposto a tenere l'Italia ostaggio dei signori del no. Per quel che mi riguarda dal mio ministero nei prossimi 4 anni passeranno soltanto i sì».
D'altra parte, come dimostra anche la presentazione di Aspi sullo stato dell'arte delle infrastrutture italiane, il Belpaese è il quarto in Europa per estensione chilometrica dopo Spagna, Germania e Francia, ma ha la rete più obsoleta: l'85% è stata costruita entro gli anni settanta.
Mentre le infrastrutture negli altri Paesi hanno un storia più recente: tra gli anni 90 e 2000. Un gap da sanare alla luce del fatto che il traffico su gomma è ancora al centro dell'economia del Paese movimentando l'80% delle merci.
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