Avanti la riconquista ucraina. Gli Usa: "Concordata con noi". Medvedev: è guerra mondiale

Blinken si prende quasi tutti i meriti dei successi ucraini, il Cremlino getta acqua sul fuoco, Kiev chiede garanzie di sicurezza, Medvedev preannuncia la terza guerra mondiale, mentre Scholz invita Putin a ritirarsi

Avanti la riconquista ucraina. Gli Usa: "Concordata con noi". Medvedev: è guerra mondiale

Blinken si prende quasi tutti i meriti dei successi ucraini, il Cremlino getta acqua sul fuoco, Kiev chiede garanzie di sicurezza, Medvedev preannuncia la terza guerra mondiale, mentre Scholz invita Putin a ritirarsi. Tutti parlano, mentre sul campo di battaglia continua ad accadere quello che nessuno avrebbe mai immaginato fino a poche settimane fa: gli ucraini continuano a liberare territori.

La giornata è stata convulsa, e la dialettica ha finito per prendere il sopravvento. Ha cominciato il segretario di Stato americano Blinken, smorzando gli entusiasmi di Zelensky: «È troppo presto per dire dove si andrà a parare. I russi mantengono forze significative in Ucraina. I progressi sono stati importanti, ed è il risultato del sostegno che abbiamo fornito e del coraggio degli ucraini». Ma è anche l'esito di un'intensa serie di conversazioni fra funzionari di Kiev e americani sulle strategie. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione Usa al New York Times. Il quotidiano rivela di summit tra Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, e Andriy Yermak, tra i principali collaboratori di Zelensky. Il contrattacco sarebbe stato studiato dal capo degli stati maggiori Usa, Mark Milley, e alti dirigenti militari ucraini. Sul fronte russo il portavoce del Cremlino Peskov ritiene che «non sarà necessaria una mobilitazione generale per raggiungere gli obiettivi», anche se Mosca deve fare i conti con le diserzioni dei soldati di leva.

Kiev intanto ha redatto una bozza sulle garanzie di sicurezza e propone come sponsor alcuni membri dell'Ue, tra cui l'Italia, Usa, Regno Unito, Australia, Canada e Turchia, proponendo investimenti di lungo termine nel settore militare come alternativa all'adesione Nato. Una bozza che il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, considera «preludio alla guerra mondiale. Se questi idioti continueranno a pompare senza freni il regime di Kiev con armi più pericolose, prima o poi la campagna militare passerà a un altro livello». Qualcuno torna a parlare di negoziati di pace, ma l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Borrell sostiene che sia «tutto nelle mani di Putin», mentre per il ministro degli Esteri ucraino Kuleba «i negoziati con la Russia si svolgono solo sul campo di battaglia». Il cancelliere tedesco Scholz, al telefono per un'ora e mezza con Putin, l'ha esortato trovare una soluzione diplomatica e a raggiungere un cessate il fuoco.

La controffensiva ucraina nel Sud avanza in modo significativo. Il sito di analisi militare americano dell'Institute for the study of war riporta le notizie di un possibile ritiro russo da Kyselivka, alle porte di Kherson. Immagini satellitari mostrano che sono rimasti solo quattro veicoli militari di Mosca, mentre ci sono voci che le milizie dell'autoproclamata repubblica di Donetsk abbiano abbandonato la città e si siano ritirate verso il fiume Dnipro, per negoziare la resa. Il successo della controffensiva costringe inoltre le autorità della Crimea occupata e del Sud a trasferire le loro famiglie in Russia. A Nord Est gli invasori hanno lasciato Kreminna. «Stiamo monitorando la situazione a Lyman, la cui liberazione è fondamentale», scrive su Telegram Sergiy Gaidai, governatore del Lugansk. In una settimana l'assalto nella regione di Kharkiv ha portato alla riconquista di 4mila kmq di territorio e di oltre 300 insediamenti.

I russi ieri hanno lanciato 13 attacchi

missilistici e 25 attacchi aerei. Cinque persone sono morte nel Donetsk. Delicata la situazione a Zaporizhzhia: Kiev è convinta che il nemico stia preparando un bombardamento per creare una crisi ambientale e umanitaria.

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