Aveva bisogno di aiuto. La confessione non basta

Francesco ha fatto bene: saprà capire meglio chi si rivolgerà a lui. Un esempio per il clero

Aveva bisogno di aiuto. La confessione non basta

Bravo il Papa, per avere confessato di essere andato da un'analista e soprattutto per esserci andato. Il clero, anche quello più minuto (ma forse non quello più opaco) ha smesso da tempo di credere che la confessione potesse sostituire i consigli di un professionista. Molti fedeli c'erano già arrivati da tempo. La confessione potrà essere un alleggerimento dei problemi di coscienza, ma non la loro soluzione. E Dio diciamocelo non ti risponde mai. Neanche al Papa.

Ecco dunque un giovane alto prelato argentino che a 42 anni prende l'impegno di andare a parlare con una professionista una volta alla settimana, lettino o no che fosse. Sarà stato depresso? Sarà stato ansioso? Sarà stato insicuro? O bipolare (va tanto di moda).

Non importa: Francesco aveva bisogno di aiuto, e se l'è cercato, sicuro con ciò di poter aiutare meglio quelli che avevano bisogno di lui.

Onore a Francesco, per questo, e tanto più perché scelse una donna, financo ebrea. Significa che il problema non era la castità, perché non avrebbe scelto una donna; e significa che non aveva pregiudizi né sessuali né religiosi.

Significa anche che non riteneva sufficiente il suo padre spirituale, e ciò apre un altro problema: non è possibile che il futuro Papa sia stato, e sia, l'unico uomo di chiesa che abbia avuto e abbia bisogno dell'aiuto di uno psicanalista.

Lui è colto, intelligente, così abile da essersela cavata con i gesuiti, con i dittatori argentini, diventando addirittura Papa.

Lui è stato capace di rinunciare allo sfarzo del Vaticano, di sfidare convenzioni secolari e persino la Curia. Papa Francesco è un duro, un uomo che sa quello che vuole giusto o sbagliato che sia e come arrivarci. Eppure ha avuto bisogno di aiuto.

Un aiuto che costa fatica, badate bene, lo so per esperienza diretta (toh, anche due dei miei tre analisti erano ebrei), perché non è una passeggiata stendersi su quel lettino - e peggio sedersi su una poltrona, faccia a faccia per scavarsi dentro davanti a un estraneo (mi fido? non mi fido?).

Se ha fatto bene al Papa, figuriamoci quanto farebbe bene al pretino e al vescovone, alla suorina e alla priora, magari dalla fede incerta, dagli orizzonti limitati, dai rimpianti ricorrenti, dal dolore o dalla gioia quotidiane di scelte definitive e irreversibili. Alle prese con quella battaglia misteriosa che ognuno combatte dentro di sé, ogni giorno. Per non accennare neppure ai problemi della pedofilia.

C'è da augurarsi che, se il Papa ha

voluto rendere nota la sorprendente notizia, non sia un caso: che farà qualcosa per aiutare, con i medici della mente, anche le truppe del suo esercito. Sarebbe un gesto da buon generale in capo, oltre che di carità cristiana.

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