Tutto fermo. I dati del sabato lasciano tutto com'è, senza piegare la curva dei contagi da cui dipenderà il nostro Natale. Ieri si sono registrati 21.052 nuovi contagi, un dato in linea con quelli degli ultimi giorni, che hanno portato il numero totale di casi a 1.709.991. I tamponi messi a referto sono stati meno del giorno prima, 194.984, e l'indice di posititvità è sceso di poco, passando dall'11,33 di venerdì al 10,80 per cento di ieri.
Migliora ancora la situazione negli ospedali. Sei 754.169 attualmente contagiati, solo 33.675 sono attualmente ricoverati, con una diminuzione di 1.092 unità rispeto al giorno precedente. Di essi 30.158 sono in reparti ordinari (-1.042) e 3.517 in terapia intensiva (-50). Si tratta del decimo giorno consecutivo di calo dei pazienti più gravi. Sembra per il momento scongiurato il rischio di battere il record della prima ondata, i 4.068 posti di terapia intensiva che erano occupati il 3 aprile.
Scendono anche i morti: ieri se ne sono contati 662, in netto calo rispetto agli 814 di venerdì e agli angoscianti 993 del record di giovedì. Di essi 111 sono stati registrati in Lombardia e 108 in Veneto. Veneto che per un giorno strappa alla regione più popolosa e colpita dal virus anche il record di contagi quotidiani (3.607 contro 3.148) ed è nettamente in testa anche per indice di positività: 22,01 per cento contro il 10,09 della Lombardia.
Nel giorno in cui i numeri sono piuttosto interlocutori, si prende la copertina la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che ha fatto il punto sulla scuola ai tempi della seconda ondata in collegamento con Sky Tg24 Live in Courmayeur. «È vero che siamo riusciti a indebolire la curva dei contagi - ha detto la Azzolina - ma serve prudenza. I nostri studenti torneranno a scuola il 7 gennaio con ulteriori precauzioni perché si sta lavorando sul lato trasporti». Poi la ministra ha esibito un certo ottimismo: «Il tracciamento ha avuto difficoltà a settembre, ora sta recuperando grazie all'allentamento della curva e stiamo chiedendo una corsia preferenziale per test rapidi e tamponi, se necessario, in vista della riapertura. Se ci fosse un caso di positività in classe i dirigenti scolastici devono avere risposte quasi immediate rispetto alla possibilità di fare test rapidi alla classe, quando questo si è fatto si è scoperto che i protocolli funzionano molto bene e la maggior parte degli studenti in classe non si è contagiata». La ministra ha anche voluto mettere la parola fine alle polemiche sulla tardiva consegna dei banchi monoposto: «I 2,4 milioni di banchi hanno recuperato un ritardo di più di venti anni. In questo modo finalmente abbiamo rinnovato tutto.
Nelle scuole vi erano banchi vecchi e obsoleti, i nostri studenti avevano diritto a banchi più nuovi e ad ambienti di apprendimento rinnovati. Ben vengano». Di «trionfalismo fuori luogo» e di «una programmazione totalmente fallita» parla in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.
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