Il bacio di Rubiales e la sfida agli indignati: "È falso femminismo"

Il capo della Federcalcio non si dimette. La Hermoso: "Io aggredita". Le giocatrici in sciopero

Il bacio di Rubiales e la sfida agli indignati: "È falso femminismo"
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«Contro di me c'è stato un falso femminismo». «Vittima del femminismo» è già un concetto abbastanza eversivo, ma «vittima del falso femminismo» è addirittura una dichiarazione illuminante. L'autodifesa (dopo l'autodafé) del presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, passa dal genere, ma in maniera completamente inaspettata. La bufera contro di lui si era abbattuta dopo il fugace bacio sulla bocca alla centrocampista Jenni Hermoso durante la premiazione dei Mondiali di calcio femminile vinti dalla Spagna. Subito dopo, nei confronti del capo del calcio iberico si era sollevata un'indignazione così spessa e corale da persuaderlo ad abbandonare l'incarico. Ieri l'inversione di rotta: «Non mi dimetto, non mi dimetto, non mi dimetto» lo ha detto tre volte Rubiales in conferenza stampa continuando poi a spiegare «il piacere che potevo avere dando quel bacio era lo stesso che posso avere dando un bacio a mia figlia. È stato spontaneo, reciproco e consensuale. Stanno commettendo un omicidio sociale, il falso femminismo non cerca la verità». Ma a smentire il presidente è stata ieri, sui social, la stessa calciatrice spagnola che ha scritto: «Mi sono sentita vittima di un'aggressione; mi sono sentita vulnerabile e vittima di un atto impulsivo, maschilista e fuori luogo e senza il minimo consenso da parte mia. Semplicemente, non sono stata rispettata». A farle eco, lo sciopero di massa delle giocatrici spagnole della nazionale, che in un comunicato diffuso dal sindacato, hanno dichiarato che non accetteranno nessuna convocazione in nazionale «se non cambierà l'attuale leadership».

La Hermoso, in un primo tempo, aveva dichiarato che il gesto di Rubiales non l'aveva messa in difficoltà, salvo poi ritrattare. Lui ha spiegato che il bacio è stato «autorizzato» e che in ogni caso si trattava di un gesto completamente scevro da qualsiasi rapace pulsione. Un bacio tra sportivi insomma, per il quale Rubiales non pensa assolutamente di dover perdere il proprio posto. Quindi: «Non mi dimetto, non mi dimetto, non mi dimetto». Ma ecco che alla notizia della sua «resistenza» nemmeno tanto passiva, il governo spagnolo ha avviato tutte le procedure per portarlo davanti alla giustizia amministrativa e farlo sospendere dall'incarico. In ogni caso, nell'immediato, si va verso una sospensione cautelare dall'incarico da parte del Consiglio dello Sport. Dai politici agli sportivi, è un coro unico contro l'oltraggioso baciatore. Uno dei pochi a difendere Rubiales è il tecnico del Psg Luis Enrique che ha definito il lavoro del presidente, in questi anni «eccellente».

Mentre sempre riferendosi al discorso tenuto ieri in Assemblea dall'«accusato», David De Gea, ex portiere del Manchester United, ha commentato su Twitter «Mi sanguinano le orecchie». Per tacere delle tante atlete solidali con la Hermoso e delle indignate politiche femministe.

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