Tra Patriot e Kinzhal, la sterminata costellazione di diavolerie militari si arricchisce di una nuova macchina della morte, il 2S7 Pion, un obice semovente che sta garantendo la riscossa ucraina a Bakhmut. La sorte ha voluto che l'arma della controffensiva fosse di fabbricazione sovietica, la più grande al mondo, con un cannone da 203 mm progettato per colpire bersagli fino a 50 km, rimanendo al sicuro dal fuoco di rappresaglia. Ed è così che mentre Zelensky si muove per l'Europa alla ricerca di armi (ma trova la riluttanza di Washington sull'assegnazione degli F-16), il generale Zaluzhnyi ha fatto tirar fuori da qualche vetusta Santa Barbara un pezzo da museo datato 1986, che però sta svolgendo il suo lavoro nel migliore dei modi. Con il Pion in azione, la terza brigata d'assalto è avanzata da ovest per 2 km nel cuore di Bakhmut, 50 soldati nemici sono stati uccisi e 4 fatti prigionieri. Come se non bastasse, l'esercito russo deve anche far fronte agli assalti da Bohdanivka, Krasny, Khromovo e Ivanivske, località a ridosso di Bakhmut.
Questa volta non serve neppure la propaganda di Kiev per comprendere che le cose si stanno mettendo male per la Russia, ci ha pensato il capo della Wagner Prighozin. «Il nemico continua a inviare rinforzi. L'atteggiamento dei soldati regolari è inaccettabile. Si sono ritirati a nord di Bakhmut, esponendo i nostri fianchi all'avanzata nemica. Faccio appello ai vertici della Difesa pubblicamente, perché le mie lettere non vengono lette», afferma in un video. Lo scenario infernale questa volta è il panorama raccolto dagli invasori, costretti a muoversi sotto il fuoco dell'artiglieria, dei mortai e degli elicotteri ucraini che non smettono di sparare. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le truppe aviotrasportate hanno fatto «qualche progresso», riconoscendo i continui contrattacchi ucraini. Il rappresentante del gruppo orientale delle armate ucraine Sergey Cherevaty preferisce rimanere con i piedi per terra, ammette l'avanzata nei territori sud occidentali, ma ricorda che «Bakhmut rimane l'epicentro delle ostilità. Avanziamo, ma non riscontriamo vantaggi in termini di personale».
La 449esima giornata di combattimenti si è aperta con una nuova notte di attacchi missilistici su Kiev e Odessa, così come negli oblast di Khmelnytsky e Vinnytsia. Nella capitale non ci sono state vittime, ma incendi dovuti alla caduta di detriti. La città portuale invece è stata colpita su più fronti, un civile ha perso la vita e parte dell'area industriale è andata a fuoco. Il ministero della Difesa russo ha affermato che nei bombardamenti sono stati colpiti «grandi depositi di armi e attrezzature militari di fabbricazione straniere, nonché i riservisti nemici». Non si ha invece un quadro preciso su quanto accaduto a Sinferopoli, in Crimea, dove un treno che trasportava grano è deragliato. Alcuni organi di informazione filo-russi parlano di «un'esplosione sulla linea ferroviaria provocata da interferenze straniere». Kiev respinge al mittente qualsiasi accusa, ma ricorda che la ferrovia veniva utilizzata per il trasporto d'armi. I russi hanno lanciato un attacco sulla regione di Kharkiv, colpendo un'abitazione a Tsirkuny e uccidendo un civile. A Kostyantynivka (Donetsk) il fuoco invasore ha provocato una vittima.
A Zaporizhzhia i soldati di Mosca allagano i campi per rallentare l'offensiva di Kiev. In serata un incendio è scoppiato nel distretto di Dnipro. Due persone sono state uccise durante il bombardamento ucraino nella regione russa di Belgorod.
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