Se Matteo Renzi va in Europa, non è per presentarsi "con il cappello in mano" e supplicare Bruxelles di ascoltare l'Italia. Il presidente del Consiglio, in un'intervista registrata a Ballarò, ha ribadito questa sera di avere detto anche a Barroso e Juncker che non è il tipo che si presenta per farsi "spiegare cosa fare".
La partita europea, per il premier è tutta aperta e se per ora non si può parlare di un vincitore o di una squadra sconfitta, dice però che "stiamo facendo dei gol" e che "è cambiato il clima".
Una risposta che si inserisce nel dibattito con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che a Renzi ha chiesto oggi rispetto per il ruolo che riveste, aggiungendo di non essere solo "il capo di una banda di burocrati", cosa di cui era stato accusato. Un'ulteriore battuta Renzi l'ha lasciata sul suo account twitter. "Per l'Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi: pretendo il rispetto che il Paese merita".
Di Europa, il premier ha parlato anche all'assemblea dei gruppi del Partito Democratico, sostenendo che "servono più crescita e lotta alla disoccupazione e meno politica legata al rigore e al mero rispetto dei parametri" e che dopo avere fatto le riforme in Italia, sarà il tempo dell'Europa.
Per Renzi la sinistra di casa nostra "può essere un punto di riferimento", e "farci cambiare strada" a Bruxelles. Guardando al passato chiede all'Ue di guardare all'Italia come il Paese del Trattato di Roma del 1957, senza il quale l'Europa come la conosciamo non ci sarebbe stata e al Pd ricorda che "i giochini non possono incidere sul futuro del Paese", convinto però che una scissione non ci sarà.
E a chi gli dà del berlusconiano perché "bravo a comunicare" replica che quando i partiti che stanno dal suo lato dell'emiclo lo sapranno fare "vinceranno le elezioni sempre". È da loro che si aspetta "un po' più di comprensione".
Difendendo il Jobs Act, "una riforma di sinistra come non ho mai visto", ha chiarito che deve entrare in vigore con l'inizio dell'anno e che se fosse necessario è pronto a porre la fiducia. Renzi ha trattato pure la questione Ast, auspicando che "si possa trovare un accordo", per non ridurre Terni a una "città fantasma". "Ho un problema con il sindacato che fa politica", ha detto.
Nell'intervista a Ballarò, Renzi ha parlato di legge di Stabilità, sostendo che il governo intende farla "anche con il consenso dei sindaci". Replicando a Bankitalia ha detto che il governo non intende "cambiare la norma" sul tfr, ma anche che non sta "colpendo il risparmio" e non intende mettere in campo una patrimoniale.
"Berlusconi si deve decidere se ci sta o no" a fare la legge elettorale, dice Renzi a Giannini, ribadendo che "è giusto" fare le riforme anche con il Cavaliere, con Verdini e Letta, "finché ci sono italiani che li votano".
538em;">L'esecutivo cerca consenso, o almeno il coinvolgimento, anche sul fronte 5 Stelle, se è vero che il premier dice che "Di Maio è lì grazie ai voti del Pd". Vede però Grillo "in una situazione complicata", a un bivio. "Stanno quattro anni a imprecare come al Vaffa day o provano a cambiare le cose?".
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