Cosa succede all'ambasciata italiana in Spagna? Il Paese iberico, più aperto sul fronte dei diritti civili, non va in fibrillazione per i gay pride o i matrimoni omosessuali. Ma a palazzo Madama la notizia o le voci secondo cui nella nostra rappresentanza a Madrid si sia strizzato l'occhio a certi trend, non è rimasta senza conseguenze. Ed è arrivata da pochi giorni la risposta scritta del vice ministro agli Esteri Emanuela Del Re a due distinte interrogazioni da parte di Giampietro Maffoni (Fdi) e Gaetano Quagliariello (Idea), sull'operato dell'ambasciatore Stefano Sannino. Oggetto delle richieste, nel primo caso, l'esposizione della bandiera arcobaleno il 5 luglio scorso presso l'ambasciata, insieme a quelle istituzionali. Il governo bacchetta l'ambasciatore: doveva consultare la Farnesina.
Nel secondo caso, una presunta unione civile omosessuale nei locali dell'ambasciata, sulla base di quanto pubblicato dal quotidiano "La Verità" lo scorso 2 ottobre 2018. Maffoni chiede di valutare sanzioni adeguate all'offesa alla dignità del luogo e domanda se "si sia già proceduto all'obbligatoria segnalazione di tale condotta alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, potendosi configurare il reato di vilipendio alla bandiera". Il vice ministro Del Re ammette che "la bandiera arcobaleno è stata temporaneamente esposta in occasione della settimana dell'orgoglio LGBT" e ricorda che "si tratta di una manifestazione molto seguita in Spagna, che coinvolge non solo esponenti della comunità LGBT ma tutta la cittadinanza" e anzi "quest'anno due ministri (il ministro dell'interno, Fernando Grande Marlaska e l'allora Ministro della sanità, Carmen Montón) e svariati esponenti dei principali partiti del Paese hanno preso parte all'evento di chiusura, che è stato trasmesso in diretta televisiva". Non solo, "anche la Casa reale spagnola aveva augurato successo alla settimana mondiale dell'orgoglio LGBT" anche se nel 2017.
In conclusione, però, "l'ambasciatore Sannino ha deciso, in maniera autonoma, di aderire per un periodo limitato alla sollecitazione delle istituzioni locali ed ha esposto il vessillo arcobaleno". "Con quel gesto -ha assicurato- l'ambasciatore non intendeva denigrare o sminuire il prestigio del Tricolore" e la Farnesina ha in ogni caso "richiamato l'ambasciatore Sannino al dovere di consultare preventivamente, in casi di questo tipo, il Ministero stesso, al quale compete, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 121 del 2000, di dare istruzioni in materia di esposizione delle bandiere all'esterno delle rappresentanze diplomatiche". Nell'interrogazione di Quagliariello, invece, il tema si fa meno simbolico e riguarda quanto riportato da un quotidiano circa un matrimonio fra persone dello stesso sesso. Si sarebbe trattato di due uomini, "famosi imprenditori di nazionalità spagnola, cui sarebbe seguito un ricevimento con centinaia di invitati". In più, le due persone sarebbero spagnole quindi mai avrebbero potuto contrarre nozze nella sede italiana, anche perché l'ordinamento non prevede il "matrimonio" tra persone delle stesso sesso, bensì l'unione civile.
Il senatore chiede se l'ambasciata non sia stata usata per fini impropri ed evoca il rischio di incompatibilità ambientale a seguito dell'eventuale forzatura della legge. Macché matrimonio, è la replica che di fatto viene resa, alla luce di quanto precisato dallo stesso ambasciatore che, dice il vice ministro Del Re, "precisa che si è trattato piuttosto di un evento conviviale, tenutosi sabato 15 settembre 2018". L'occasione? "Festeggiare una coppia di noti imprenditori spagnoli, in vista del matrimonio che gli interessati intendono prossimamente contrarre sulla base della legge spagnola (che dal 2005 ha come noto esteso alle persone dello stesso sesso la possibilità di contrarre matrimonio)". Dunque, un evento conviviale per due persone che si sposeranno secondo la legge spagnola.
Un evento "senza alcun profilo o valore di natura legale, e che pertanto non appare aver configurato alcuna violazione della normativa italiana. L'evento -precisa infine il vice ministro- non ha comportato costi a carico del bilancio della sede".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.