Da Bankitalia alla maxi diga: a Venezia arriva la lady di ferro

L'architetto Elisabetta Spitz è esperta in gestione immobiliari. Sarà lei a dover completare il Mose

Da Bankitalia alla maxi diga: a Venezia arriva la lady di ferro

Sarà Elisabetta Spitz a gestire le sorti del Mose, cercando di far entrare in funzione il «modulo sperimentale elettromeccanico» prima che Venezia affondi, a 13 anni dall'avvio dei lavori e con un costo finora di sette miliardi. La «regina» degli immobili di Stato è stata nominata ieri commissario straordinario del Mose da Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per la manager romana di nascita si tratta del terzo ritorno nella città della Laguna visto che dall'1992 al 1999 era stata presidente del consorzio di progettazione della salvaguardia delle aree abitate di Venezia, mentre tra il 2009 e il 2010 invece era stata consulente dell'autorità portuale.

Architetto, classe 1953, Spitz è considerata una autorità nella gestione, valorizzazione e dismissioni degli immobili di Stato grazie agli otto anni trascorsi alla guida dell'Agenzia del Demanio; ai cinque in Invimit, società controllata dal Tesoro per gestire il fondo dei fondi di programmi di valorizzazione immobiliare pubblici e i fondi immobiliari di Enti territoriali e statali; fino all'attuale esperienza come commissario straordinario di Sorgente sgr dove è stata chiamata un anno fa da Bankitalia.

«Ho coordinato e diretto i più importanti progetti di valorizzazione e gestione di patrimoni immobiliari complessi per i maggiori organismi pubblici e privati, sviluppando anche una approfondita conoscenza delle dinamiche istituzionali sia a livello centrale che periferico» si racconta Spitz nel sul cv specificando poi di aver realizzato dimissione e valorizzazioni per lo Stato «per 23 miliardi di euro».

Competenze e un ottimo network trasversale consolidato nel corso degli anni, hanno portato la manager dal ministero dei Lavori Pubblici (dal 1985 all'1988), alla segreteria generale del Consorzio Roma Capitale (fino al 1990) fino all'Agenzia del demanio con Giulio Tremonti al ministero dell'Economia. Un ruolo delicato visto che, proprio in questo periodo, per ovviare alle costanti emergenze sul fronte del debito pubblico, viene presa la decisione di mettere in vendita parte degli immobili non utilizzati dello Stato, caserme comprese, e di farlo con lo strumento principe della finanza creativa, la cartolarizzazione (ovvero i beni vengono ceduti a una società veicolo che emette obbligazioni sul mercato, versa l'importo raccolto ai venditori i e rivende i beni stessi). A cavallo del Millennio con Scip 1 (che comprendeva 27.250 immobili residenziali e 262 a uso commerciale) e Scip 2 (operazione che comprendeva un valore di mercato di 10 miliardi e un prezzo di offerta 7,79 miliardi), è stato messo in vendita parte del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato. Le polemiche non sono mancate.

In ogni caso gli anni negli anni successivi, la manager ha gestito la strutturazione del Fondo Immobili Pubblico, il primo fondo di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e la strutturazione di patrimonio Uno un fondo immobiliare chiuso riservato agli investitori istituzionali.

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