Bankitalia, è Panetta il dg Sace, il Tesoro ferma la Lega

Roma. Il valzer delle poltrone va avanti a suon di stop and go. Se la designazione del nuovo direttorio di Bankitalia pare sbloccarsi, si continua a registrare l'impasse sulla nomina de nuovi vertici di Sace, la controllata di Cassa depositi e prestiti (Cdp) che si occupa di assicurazione credito all'export. Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Successivamente si è appreso che l'insediamento di Fabio Panetta alla direzione generale di Palazzo Koch, in luogo di Salvatore Rossi che ha rinunciato alla prosecuzione dell'incarico, si può considerare quasi certo. La promozione dell'attuale vicedirettore generale, a Via Nazionale dal 1985, conferma l'autonomia e l'indipendenza della banca centrale. Le posizioni critiche di Panetta nei confronti del bail in, tuttavia, gli sono valse molte simpatie nel mondo politico, a partire da quello leghista. Luigi Federico Signorini, temporaneamente «congelato» a causa dei dispetti pentastellati, dovrebbe riprendere il suo posto da vicedirettore generale. Per gli altri due posti, considerato che Valeria Sannucci è in scadenza e prossima al pensionamento, si fanno i nomi dell'attuale ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco (dirigente Bankitalia in distacco) e della docente universitaria Lorena Pelizzon.

Discorso diverso per la Sace. Lega e M5s vorrebbero cambiare il vertice, costituito dal presidente Beniamino Quintieri e dall'ad Alessandro Decio. Anche il top management di Cdp (Tononi e Palermo) sarebbe concorde con questa linea e nell'ultimo consiglio di amministrazione ha fatto presentare un report di Txf, società leader nell'export, nella quale Sace è penultima nella graduatoria globale nel sostegno alle esportazioni. Questo proposito è osteggiato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che non vuole giubilare né il collega di docenza universitaria né l'ex manager di Unicredit. L'insoddisfazione di Lega e M5s nei confronti del titolare del Tesoro potrebbe prevalere. Il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti ha difeso Tononi (che dalle Fondazioni è stato nominato).

«Non mi risulta che ci siano tensioni, lo posso dire con grande certezza, poi che ci siano problemi sulle nomine è un altro discorso». Intanto Cdp ha chiuso il bilancio 2018 con un utile netto in crescita a 2,5 miliardi e investimenti attivati per 63 miliardi.

GDeF

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