Barcone in avaria con donne e bambini soccorso dalla Libia

Barcone in avaria con donne e bambini soccorso dalla Libia

Ragusa - Ha rischiato di essere un nuovo caso Sea Watch un barcone in avaria al largo della Libia con a bordo un centinaio di immigrati, tra cui 50-60 donne, alcune anche incinte, una trentina di bambini e persino gente malata. Immediatamente è stata chiamata in causa l'Italia, e pure Malta. Dal momento che l'imbarcazione si trovava in area di responsabilità Sar libica, secondo quanto si apprende da fonti italiane, ieri pomeriggio Tripoli ha assunto il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso, inviando un proprio mezzo, che ha soccorso circa 100 persone partite da Al Khoms, in Libia, a bordo di un natante rimasto in avaria poco dopo la partenza. A dare l'allarme su «150 migranti» in difficoltà Alarm Phone, la linea telefonica organizzata per raccogliere messaggi nel Mediterraneo.

L'intervento di Tripoli ha scongiurato un nuovo caso internazionale, ma il problema evidentemente è destinato a riproporsi ogni qualvolta i trafficanti di vite umane libici intenderanno fare pressione al fine di potere sbloccare l'impasse venutasi a creare dopo la chiusura dei porti da parte dell'Italia, decisione che certamente ha scardinato l'ormai consolidato andazzo di partenze a raffica con conseguente immediata accoglienza dei migranti da parte dell'Italia, attività che fruttava ingenti guadagni alle organizzazioni criminali. La presenza di donne, bambini e malati a bordo della carretta del mare, quando in genere a partire sono per lo più uomini, potrebbe essere letta proprio come un escamotage studiato dai criminali per far sollevare nuovamente quel polverone, ancora non del tutto dissipato, tra i Paesi dell'Ue, chiamati dall'Italia ad assumersi le proprie responsabilità in tema di accoglienza.

Questo nuovo allarme, poi rientrato grazie all'intervento libico, ha prestato un assist a Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane che con Nave Mare Jonio si alterna nel Mediterraneo con Sea Watch e Open Arms, per sottolineare l'importanza dei soccorsi e criticare la linea dura scelta dal governo italiano.

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