Barista ucciso dal rapinatore. "Nei suoi occhi nessuna pietà"

La vittima reagisce e viene freddata con un colpo di pistola Il delitto davanti alla moglie: «Non scorderò quello sguardo»

Barista ucciso dal rapinatore. "Nei suoi occhi nessuna pietà"

Budrio (Bologna) - La signora Teresa era contenta che i suoi nipoti crescessero a Budrio. Mezzora dalle comodità della città, una terra di passaggio nella bassa bolognese, dove però tutti ancora si conoscono, si aiutano e si sorridono. Fino a due giorni fa Teresa era felice di questa scelta. Ieri sera, invece, i ragazzi li ha fatti stare in casa e in piazza è scesa sola. Con lei numerosi concittadini a marciare in silenzio, per partecipare alla fiaccolata di solidarietà alla famiglia di Davide Fabbri, il barista 52enne freddato sabato sera a Riccardina, nel locale di famiglia, da un rapinatore senza scrupoli che è tuttora in fuga.

Candele e preghiere in città, caccia all'uomo nelle campagne, via terra con posti di blocco, e via aria con elicotteri dotati delle più sofisticate attrezzature. La Scientifica e le forze dell'ordine hanno lavorato tutta la notte e ancora per l'intera giornata all'interno di quella bar tabaccheria: il bancone scuro, le mensole chiare con il pizzo bianco e i liquori ordinati. Poi il frigo dei gelati e la vetrina sui gradini e le mura gialle: il rapinatore potrebbe essersi ferito e alcune delle tracce ematiche isolate dagli inquirenti potrebbero essere la chiave per risalire alla sua identità.

«Non scorderò il suo sguardo, senza pietà, perché è entrato al bar con l'intenzione di fare del male», ha raccontato ai Carabinieri ancora sotto shock Maria, la moglie della vittima. Sabato sera, verso le 22, ci si preparava a chiudere come al solito. Sulla provinciale al bar Gallo si fa sosta per lo più di giorno. Fabbri era al tavolo con gli ultimi due clienti. La moglie era già risalita nell'abitazione. All'improvviso un uomo il volto coperto e abiti mimetici tipo da caccia è entrato, esplodendo un colpo di fucile a terra e pronunciando poche parole, chiare si, ma insufficienti per escludere con certezza che fosse straniero: «Datemi l'incasso». Fabbri ha reagito: una decisione e un coraggio che gli sono costate la vita. Così dimostrano le telecamere. Nella colluttazione un secondo colpo ha ferito leggermente un cliente, ma il barista è riuscito ad impossessarsi del fucile, usandolo poi come bastone contro il rapinatore. Quello che le telecamere non mostrano più è come il malvivente abbia poi spinto Fabbri nel retrobottega, freddandolo con una seconda arma, una pistola che doveva avere in un delle molte tasche della sua «divisa di morte». La moglie di Fabbri, tornata nel locale, ha provato, con la forza della disperazione e di una scopa a cacciare il rapinatore che prima le ha rivolto il fucile contro e poi è scappato. A piedi, nei campi, oltre al fiume. Solo e poi forse con un complice: questo è un dettaglio ancora al vaglio degli inquirenti, coordinati dal pm di turno Marco Forte, che stanno anche lavorando su una coincidenza forse significativa.

La pistola con cui il rapinatore ha freddato Fabbri è stata descritta come «argentata» nei racconti dei testimoni: potrebbe essere la Smith&Wesson rubata quattro notti fa ad una guardia giurata di Consandolo, a mezzora da Budrio, al confine col Ferrarese. L'agente è stato vittima di un agguato dalla dinamica simile alla rapina del bar Gallo: dopo aver controllato una piadineria stava risalendo in auto erano circa le 2 del mattino -, quando un uomo, armato di fucile, lo ha costretto a terra e a consegnarli l'arma prima di dileguarsi. Di nuovo a piedi, nei campi.

A Budrio intanto resta il dolore: «È un delitto dalla ferocia inaudita, tanto più in un paese come il nostro», ha scandito Giulio Pierini, sindaco di queste 18mila anime che fino ad oggi potevano vantare solo cittadini illustri e una storia di invenzioni celebri. Qui è cresciuto con i nonni l'attore Stefano Accorsi; qui ha inventato, quasi 200 anni fa, il sistema dei fusi orari Quirico Filopanti cui oggi è intitolata quella stessa piazza che Beppe Grillo provò a «espugnare» nel 2012, arrivando a perdere per pochi voti contro il Pd di Pierini che ieri ha annullato tutte i suoi impegni elettorali per restare vicino ai suoi concittadini: «Lotteremo per riavere la nostra tranquillità».

Unanime la voce delle forze politiche che chiedono, a livello nazionale, un ulteriore ripensamento sulle norme che regolano la legittima difesa. Anche se in questo caso non avrebbero salvato Fabbri dalla furia del suo assassino.

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