Barista violentata, lo stupratore è il collega dell'ospedale

Il 19enne arrestato mentre serviva i caffè. Lo scorso 13 luglio aveva rapinato e abusato una 35enne titolare di un locale in centro

Barista violentata, lo stupratore è il collega dell'ospedale
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Ha il volto rassicurante di chi, ogni giorno, ti serve il caffè da dietro il bancone del bar, con l'«aggravante» che il locale non è uno qualsiasi, bensì quello all'interno dell'ospedale cittadino. Ha suscitato sgomento e una buona dose di indignazione scoprire che sarebbe proprio lui, Alessandro Gaudioso - 19enne, minuto, faccia conosciuta dall'intera comunità locale - lo stupratore che il 13 luglio a Vimercate, in Brianza, ha rapinato e violentato una collega, la 35enne titolare di un locale del centro, proprio al momento dell'apertura, alle 6.30 del mattino. Determinante per l'inchiesta il contributo della vittima che, poco dopo l'aggressione e nonostante lo stato d'animo prostrato e lo shock, aveva delineato un efficace identikit del suo violentatore. Di quel «giovane uomo» (la vittima lo aveva descritto da subito così) che le aveva puntato una pistola alla tempia per costringerla a consegnare l'incasso, pochi spiccioli, una settantina di euro, e poi, dopo averla trascinata nel retro del locale, l'aveva obbligata a subire un rapporto sessuale. Lui, una sciarpa che gli copriva in parte la faccia, arma in pugno (ma secondo i carabinieri si tratterebbe di una scacciacani che, comunque, non è stata ancora trovata) è stato ripreso inoltre anche da una telecamera piazzata proprio all'ingresso del bar del dramma. Così per questo ragazzo che ha alle spalle solo un precedente per droga (quando era minorenne) mercoledì si sono aperte le porte del carcere di Monza, dove ora si trova in custodia cautelare per ordine del gip.

In un primo tempo sembrava che il 19enne avesse agito insieme a un complice reclutato come «palo» per restare fuori dal bar della 35enne ma - come ci spiega il comandante della compagnia di Vimercate Giuseppe Della Cueva che, a capo del nucleo operativo e coordinato dalla sostituta procuratrice Francesca Gentilini del tribunale di Monza (nella foto), ha portato a termine l'indagine - Gaudioso in realtà sembra aver fatto tutto da solo. Al momento, infatti, non sarebbero state riscontrate altre responsabilità oggettive in quanto accaduto, anche se ci sono ancora verifiche in corso.

Sempre secondo gli accertamenti svolti dagli investigatori dell'Arma il giovane, che è figlio di genitori separati e abita con il padre in una palazzina popolare non lontana dal bar della violenza, avrebbe pianificato nei giorni precedenti il colpo.

«Al momento del fermo, al bar dell'ospedale, il ragazzo non ha fatto domande e non ci ha detto nulla» concludono i carabinieri. Non è ancora chiaro il motivo che abbia spinto il presunto autore a un'aggressione di tale gravità.

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