Guai a parlare di cittadinanza agli stranieri sul «sacro suolo» di Pontida, qui i leghisti non ne vogliono sapere. È quasi un'eresia, a ricordarcelo ci pensa il graffito sul muro «padroni a casa nostra». «Italiani si nasce, non si diventa!» esclama a gran voce un anziano signore lombardo. Per molti militanti la proposta di Forza Italia, di dare la cittadinanza italiana agli stranieri, è una provocazione. «Non è nel programma di governo, perché Tajani ne deve parlare? Noi siamo i primi in Europa a dare la cittadinanza agli immigrati. Ci sono molte altre cose da fare» ci dice una militante vestita dalla testa ai piedi di verde Lega. Sul pratone nessun striscione fa riferimento all'alleato (scafista), la manifestazione di sabato pomeriggio dei giovani leghisti che ha fatto tanto discutere è stata derubricata e, soprattutto, perdonata. «È acqua passata, dobbiamo andare d'accordo con i nostri alleati - dice Francesco, cinquantenne veneto con un giovane figlio militante - l'obbiettivo da portare a casa è l'autonomia di Calderoli (foto), il federalismo».
In mezzo alla folla, tra gli elettori, il deputato Stefano Candiani. Dopo un selfie di rito lo interrompiamo: Litigate con Forza Italia? - provochiamo. «Ma no, non litighiamo con nessuno. Ognuno porta avanti le proprie battaglie e le proprie idee, certo - precisa - lo Ius scholae non è nel programma di governo» Lidia Goassi, da Torino, porta con sé il libro di Matteo Salvini, Controvento, e non ha paura di dire ciò che pensa: «Sono io, con il mio voto, ad aver chiesto a Salvini di fermare gli immigrati. Basta, non li vogliamo, non possiamo accogliere tutti. È vergognoso che un ministro venga processato per aver difeso i confini del nostro Paese. Non mi piace come si sta comportando Tajani, non è giusto. Matteo rischia la galera per averli fermati e lui vorrebbe regalargli la cittadinanza? No, no» dice amareggiata la signora Lidia. Poco distante un cartello «lampeggiante» attira la nostra attenzione. «Patrioti, non idioti» è lo slogan scritto da Alessandro da Milano che, quasi rassegnato, ci dice di non riconoscere più Antonio Tajani: «Non è più quello di una volta, sta andando troppo a sinistra, non va bene, a che gioco vuole giocare?» si chiede il militante brandizzato dalla testa ai piedi. Persino gli occhiali sono della Lega.
Le magliette e i santini con la faccia di Salvini in stile western con su scritto «colpevole di aver difeso l'Italia» vanno a ruba. È di quello che vogliono parlare i militanti. C'è chi si è addirittura travestito da carcerato con tanto di cartello «Ho votato Lega arrestate anche me». Un pensiero comune sul prato infangato di Pontida.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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