"Basta con i finanziamenti a pioggia". Il centrodestra si appella al premier

Lettera al "Sole24Ore" dei tre partiti per chiedere riforme economiche strutturali e interventi in favore dell'occupazione

"Basta con i finanziamenti a pioggia". Il centrodestra si appella al premier

Tre sfumature di grigio. Tre modi per dire no a un governo nel quale non credono e non hanno mai creduto. Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega alla fine hanno confermato l'astensione al voto sullo scostamento di bilancio nella stessa giornata nella quale, sul Sole 24 Ore, è uscita una lettera-appello a Conte firmata da Silvio Berlusconi (nella foto), Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Una lettera che torna a chiedere un dialogo e un confronto più costruttivo tra maggioranza e minoranza sul tema delicatissimo delle riforme economiche e del modo in cui uscire dall'emergenza economica causata dal Covid-19. Una lettera con la quale si evidenziano tre temi che, per i leader dell'opposizione, sono nevralgici per la rinascita del Paese. I tre nodi riguardano fisco, giustizia sociale e lavoro. È da queste tre «aree» che emergono «proposte imprescindibili per restituire una speranza alle categorie economiche in difficoltà».

Sul piano fiscale l'opposizione continua a chiedere un «anno bianco fiscale», non piccoli scostamenti o proroghe come le ha presentate ancora ieri il governo. E segnatamente nella lettera si parla di esenzione dal versamento del secondo acconto Irpef/Ires per le aziende soggette agli indici sintetici di affidabilità fiscale e di riduzione del 30% dei coefficienti di calcolo Imu. Per ciò che concerne il lavoro la lettera aperta a Conte torna a chiedere la sospensione del decreto Dignità con la conseguente reintroduzione dei voucher e la «riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il livello degli occupati». Un'idea questa che matura nel momento in cui viene «riconosciuta l'esigenza di prorogare la Cassa Integrazione ordinaria e in deroga, le cui scadenze vanno allineate con quelle del blocco dei licenziamenti». Ecco perché, spiegano i tre leader nella lettera apparta sul giornale di Confindustria, «consideriamo indispensabile che a tutela del lavoro si intervenga anche con misure che premino gli imprenditori che mantengono i livelli occupazionali». Sul piano della giustizia sociale, poi, il centrodestra non può fare a meno di richiamarsi alla sentenza della Corte costituzionale che chiede un adeguamento delle pensioni di invalidità.

Al di là del merito della lettera, però, è il modo in cui la maggioranza sta progettando di gestire la crisi che proprio non piace al centrodestra. Nel suo intervento di ieri al Senato lo stesso Lucio Malan ha riassunto con poche parole la distanza tra la posizione del suo partito (e degli alleati) rispetto alla visione economica della maggioranza. «Qui - ha ribadito il senatore azzurro - prevalgono esigenze di fare spesa assistenziale alla caccia di riserve di voti. Bisogna invece fare proprio il contrario di quanto il governo intende fare. È questa politica assistenziale che non va. Non bisogna distribuire ricchezza prima che sia prodotta, senza far nulla affinché venga prodotta. Bisogna aiutare le imprese». Più duro il capogruppo leghista Massimiliano Romeo. «Il governo vuole fare da solo, il dialogo è solo sulla carta, non nei fatti. Lo scostamento - ha tuonato - ve lo votate da soli». Che poi è anche la sostanza dell'intervento di Nicola Calandrini di Fratelli d'Italia. «Basta con i voti di fiducia - ha spiegato -, con i provvedimenti omnibus in cui c'è dentro di tutto e di più.

Purtroppo fino a oggi abbiamo assistito all'uomo solo al comando, alle false aperture al dialogo e alla vere chiusure alla nostre idee». Insomma tre gradazioni di grigio, tre astensioni che per «senso di responsabilità» non hanno bloccato lo scostamento di bilancio, ma che rimettono al centro la palla nella partita per il dialogo.

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