Paola De Micheli, candidata alla segreteria e deputata del Pd, stronca le «porte girevoli» e non solo.
Partiamo da Giarrusso e da Bonaccini.
«Nella mia proposta il Pd è un partito inclusivo, aperto e plurale. E soprattutto egemone nel centrosinistra. Per questo vogliamo regolamentare la partecipazione delle associazioni culturali e tematiche con trasparenza. La vicenda Giarrusso conferma che non possiamo diventare il partito delle porte girevoli. Chi vuole aderire al Pd e fino a ieri ci ha infangato, almeno riconosca di avere sbagliato, dimostri di avere cambiato idea e ci chieda pubblicamente scusa».
La Schlein riporterebbe il Pd a sinistra. Lei ha un'altra idea.
«Il Pd ha valori molto netti: per questo è il cuore del centrosinistra italiano. Non ci limiteremo alla manutenzione ordinaria dei problemi, io propongo posizioni e una visione della società nuove. Fino ad oggi siamo stati il partito dell'un po' un po': il Pd non è più il partito di sistema, quella stagione si è conclusa il 25 settembre. Vogliamo rappresentare in primis e concretamente il mondo del lavoro con proposte innovative per tutti i lavori. Voglio un Pd che con chiarezza sa sempre da che parte stare».
Le differenze tra la sua e le altre mozioni?
«Credo che ci siano differenze su tanti temi, il partito che voglio è radicalmente diverso quello attuale. Gli iscritti e i militanti dem sono stati usati e ma non hanno mai deciso. Nella nostra proposta gli iscritti decidono con un voto che vale due rispetto a quello degli elettori. Resteranno le primarie aperte a tutti i livelli, ma iscritti ed elettori avranno un peso diverso. Il modello è il partito comunale, quasi sempre vincente perché si alimenta e vive grazie alla prossimità con le persone della propria comunità. Ho idee diverse anche sul lavoro: ci occupiamo del futuro senza continuare a rimestare nelle divisioni del passato, pensando allo Statuto dei Lavori, alla riduzione dell'orario, a un nuovo reddito universale. Vogliamo affrontare la transizione ambientale rendendo concreta la visione dell'ecologia integrale di Papa Francesco, dove uomo e ambiente sono uniti in una nuova armonia».
Che centrosinistra immagina rispetto alle alleanze?
«Immagino un centrosinistra in grado di tornare a vincere e di sconfiggere la destra. Nel quale il Pd ha un ruolo egemone e di guida, ed è in grado di attrarre gli alleati sulla base di un programma chiaro, credibile e realizzabile. Credo che nei prossimi mesi, in prospettiva delle europee con il sistema proporzionale, saranno possibili solo accordi territoriali. Affronteremo questo tempo senza subalternità rilanciando la nostra missione storica».
Cosa non le piace del Pd attuale?
«Non possiamo più essere il partito che risponde solo ai bisogni individuali dei suoi dirigenti, dobbiamo ritrovare insieme il principio vitale della partecipazione, che anima una comunità di donne e di uomini, e ricostruire insieme il desiderio collettivo di un Paese più giusto.
Abbiamo perso le ultime elezioni perché abbiamo rimosso la realtà e non abbiamo avuto l'ambizione di proporre una società nuova, che aspiri alla felicità. Non sopporto più che si discuta dei soliti temi, nei soliti modi, per questo la mia candidatura è la vera novità».
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