“Serve un governo che decida, senza pensare a tornaconti elettorali”. Giancarlo Giorgetti sintetizza così la linea da seguire d’ora in poi per evitare che i prossimi mesi si trasformino in una continua battaglia, dentro e fuori palazzo Chigi. E, in questo senso, l’insofferenza del premier Mario Draghi di fronte alle “baruffe quotidiane” degli ultimi giorni è un segnale che non va sottovalutato.
Il ministro dello Sviluppo economico sa bene quali sono le sfide che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni, dalla transizione digitale a quella energetica alle riforme del Pnrr. Per arrivare preparati, sottolinea il numero due della Lega, è necessario anzitutto risolvere certi nodi che rallentano il Paese. A partire, nell’immediato, dalla legge elettorale, argomento tornato al centro della discussione politica in vista delle elezioni del prossimo anno. Trovare una quadra, tra chi vuole il proporzionale e chi spinge per il maggioritario, sarà tutt’altro che facile. Giorgetti lo sa bene, e proprio per questo non si esprime direttamente per l’uno o l’altro sistema. “Non ho tabù”, dice. L’importante, precisa, è che non si scelga il proporzionale solo per avvantaggiare qualcuno.
Piuttosto, si deve tenere a mente che un eventuale nuovo meccanismo elettorale dovrà garantire al Paese “un governo che abbia la possibilità di incidere a livello nazionale ed europeo”, oltre che selezionare una classe dirigente “all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”. Ma il ministro allarga il quadro. Perché il cambiamento dev’essere molto più ampio e partire dalle fondamenta delle nostre istituzioni. Non solo legge elettorale dunque: la necessità di un aggiornamento riguarda anche quella che Giorgetti definisce “strumentazione istituzionale”: “Penso ai tre poteri, anzitutto quello giudiziario, ma anche al rapporto tra governo e parlamento”. Una necessità dettata dalle rapide trasformazioni che il mondo sta attraversando e che costringerà le istituzioni italiane ed europee a cambiare di conseguenza.
Nell’intervento di Giorgetti c’è spazio anche per l’economia. Per quella italiana ci vuole un cambio di rotta, ribadisce il titolare del Mise dopo aver criticato nei giorni scorsi la “logica dei bonus” che ha portato all’approvazione di bonus e incentivi per affrontare l’emergenza. Ora che la fine della pandemia è a portata di mano, si deve tornare a incentivare gli investimenti.
“La miccia non può che venire dagli imprenditori” rimarca il leghista, pur ricordando che l’aiuto dello Stato (come anche quello dell’Europa) sono fondamentali in questo senso. Infine, Giorgetti invoca uno “sforzo ulteriore” da parte di tutti. Perché un governo debole equivale a un Paese debole, e ora l'Italia non se lo può permettere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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