Si fingono dipendenti delle aziende di fornitura del gas o dell'energia elettrica, chierichetti nelle parrocchie, poliziotti o vigili urbani e perfino portavoce di nipoti disperati, che per uscire dai guai hanno bisogno proprio dei soldi dei loro nonni.
E gli anziani, spesso soli e fragili, finiscono per crederci, senza rendersi conto di essere di fronte a truffatori esperti, che recitano ad arte un copione, riuscendo a farla franca con le tasche piene. Ma ieri l'Aula del Senato ha posto il primo argine al dilagare di queste truffe, approvando per alzata di mano il ddl, che modifica il codice penale in materia di circonvenzione di anziani, per consentire di punire in maniera più severa chi raggira una persona in stato di bisogno, abusando di una condizione di debolezza o vulnerabilità. Il provvedimento è accolto con favore da tutti i gruppi, eccetto dal Movimento 5 stelle che si è astenuto. Il ddl non prevede una norma ad hoc per contrastare chi si approfitta degli anziani, ma modifica l'attuale articolo 643 del codice per aggiungere alla circonvenzione di persone incapaci l'esplicita previsione che la reclusione da 2 a 6 anni (pena già prevista nel suddetto articolo) venga applicata a chi abusa della condizione di debolezza o di vulnerabilità dovuta all'età di una persona, inducendo un anziano a compiere un atto «che importi qualsiasi effetto giuridico per lui o per altri dannoso». Il ddl, a prima firma di Andrea Ostellari della Lega, prevede anche per questo reato che la sospensione condizionale della pena sia subordinata al pagamento integrale dell'importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa. Il testo ora passa alla Camera.
«È un provvedimento voluto dalla Lega, già proposto e deliberato in prima lettura al Senato nella scorsa legislatura, per garantire la certezza della pena contro chi truffa gli anziani - commentano Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ed Erika Stefani, capogruppo in commissione Giustizia -. Chi sbaglia paga, questo è il messaggio che deve passare». Questo messaggio si spera rappresenti un deterrente per tanti balordi, che guadagnano la fiducia degli anziani per sottrarre loro non solo denaro, ma serenità, colpendoli e facendoli sentire vulnerabili in casa loro. E la cronaca quotidianamente lo dimostra.
Solo ieri i carabinieri di Porta Portese, a Roma, hanno arrestato un 17enne: aveva telefonato a una donna di 83 anni fingendo di essere il direttore di un ufficio postale e invitandola a consegnare denaro e gioielli a un addetto, che sarebbe passato di lì a poco, al fine di risarcire il debito per una fattura non pagata dal figlio, che altrimenti sarebbe stato denunciato. L'anziana lo ha fatto, ma quando il ragazzo è uscito dal portone, si è imbattuto in un controllo dei carabinieri, che gli hanno trovato indosso gioielli per un valore di 20.000 euro e contanti. Solo nella Città Eterna, vengono commesse più di 900 truffe al mese e dietro ci sono «sale di regia» e organizzazioni criminali.
L'invito della polizia postale è di non cadere nello «smishing», ovvero quella forma di raggiro che serve a convincere le vittime a cedere informazioni personali, come il codice fiscale o numero della carta di credito, attraverso sms sul cellulare.
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