Il governo vuole smentire l'adagio anglosassone secondo cui «non esistono pasti gratis». La nuova valanga di bonus in vista con dl agosto in elaborazione conterrà anche uno sconto per chi mangia al ristorante. È l'idea a cui si lavora per evitare la sicura strage di locali causa Covid. I numeri sono impietosi: meno 40 per cento di colazioni, pranzi e cene consumati fuori casa.
A spingere la proposta sono i 5s Stefano Buffagni e Laura Castelli ma non è ancora chiaro quale sarà il meccanismo che ci farà risparmiare sul conto o ci farà tornare in tasca parte di quel che abbiamo speso. Di fondo, c'è una pressione di parte della maggioranza per aiutare settori depressi e furenti perché finora rimasti ai margini degli aiuti erogati con i precedenti decreti Covid: commercio e ristorazione. Molti in queste categorie non hanno avuto nemmeno la cassa integrazione per i dipendenti.
Il meccanismo di erogazione del bonus non è un dettaglio, perché, proprio le regole bizantine con cui sono stati disegnati i precedenti aiutini li hanno resi difficili da ottenere, destinati a pochi beneficiari o poco efficaci nel far ripartire l'economia. Nel caso del bonus ristorante, l'ispirazione è una norma analoga del Regno Unito, solo che mentre a Londra si ottiene il 50 per cento dello sconto per pasti consumati durante i giorni feriali, con un massimo di dieci sterline, risarcito entro cinque giorni direttamente al gestore del locale da parte del governo. Da noi si parla di un più modesto sconto del 20 per cento e sulla modalità di restituzione ancora non c'è chiarezza. L'idea di base è di rispolverare il progetto degli sconti per chi usa moneta elettronica, ma sulle modalità di riaccredito della cifra scontata non sono ancora chiari tempi e modi.
In generale, c'è la volontà di anticipare il meccanismo di sconti per chi usa carte e bancomat che dovrebbe andare in vigore a gennaio in modo da aiutare tutti i settori di largo consumo. Resta da capire come si farà a indirizzare gli aiuti ai prodotti italiani. Si parla di uno stanziamento abbastanza corposo: un miliardo per aiuti al made in Italy voluto dal ministro Teresa Bellanova e due miliardi per sconti diretti ai consumatori.
L'altro grande tema del Dl agosto è il lavoro: Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il ministro Nunzia Catalfo e ne sono usciti con rassicurazioni sull'estensione della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti che altrimenti scadrebbe il 17 agosto. Una norma che non piace a tutti, anche perché impedisce la ristrutturazione delle aziende. Il ministro del Lavoro vorrebbe estenderla fino a fine anno, Italia viva e Pd preferirebbero fino al 15 ottobre, quando scade lo stato d'emergenza. In più previsti sgravi contributivi totali per sei mesi per le nuove assunzioni e sgravi analoghi per chi rientra dalla Cig.
Con il Dl arriverebbero anche nuove deroghe al decreto Dignità tanto caro a Di Maio (ma non a tutto il M5s). Infine sul decreto si gioca una polemica interna al Pd.
Anzi un Beppe contro Peppe: dopo l'appello del sindaco di Milano Sala a non sbilanciare verso il Sud le politiche economiche, il ministro Peppe Provenzano chiede una fiscalità di vantaggio verso il Mezzogiorno, in polemica con «alcuni del Pd». Ancora una volta è toccato a Giuseppe Conte mediare in un vertice serale inteso a portare il decreto in Cdm già in settimana. Vedremo se stavolta il Dl potrà mantenere il nome di «agosto».
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