Di Battista evita il trappolone M5s e va all'attacco di gay e droghe leggere

L'ex deputato respinge l'invito a correre alle suppletive e bacchetta i grillini pro spinello: i selfie con le canne? Come chi va al gay pride

Di Battista evita il trappolone M5s e va all'attacco di gay e droghe leggere

Della Sardegna non ne vuole sentire parlare, meglio attaccare sui gay e la marijuana. E c'è da scommettere che Alessandro Di Battista andrà avanti così, una polemica dopo l'altra, fino a ottobre. Quando dovrebbero tenersi - il condizionale è d'obbligo - gli Stati generali del M5s. In mezzo luglio e agosto, con la tentazione di un tour estivo modello scampagnata in moto per il No al referendum di Matteo Renzi del 2016, che però è ancora tutto da decidere. Quello che è certo è che Dibba continuerà a far parlare di sé. L'ultima suggestione, più subìta che cercata dall'ex deputato, è una candidatura a settembre per le suppletive al Senato nel collegio di Sassari. E per spiegare il «no grazie» fatto filtrare da Di Battista basterebbe dire che la proposta è stata avallata anche da Paola Taverna, vicepresidente del Senato, considerata in corsa per la carica di nuovo capo politico, almeno fino a quando non ha preso corpo l'ipotesi di affidare il M5s a «una guida collegiale». Ed ecco che l'idea di Dibba senatore a Sassari trova subito la sponda di tutti i grillini, esclusi quelli che Di Battista lo appoggiano. Fiutato il tranello, l'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi smentisce: «Alessandro non è interessato a poltrone o incarichi, avrebbe avuto già altre occasioni. Ora gli interessa solo individuare nuovi obiettivi per rafforzare il Movimento. Per Sassari credo si dovrebbero sempre consultare i nostri iscritti».

Non sappiamo se rientra negli obiettivi della missione di rafforzare il M5s, ma Dibba interviene sulla liberalizzazione delle droghe e sui diritti dei gay. Lo fa nella giornata del sit-in a Montecitorio per la sensibilizzazione sulla coltivazione domestica di canapa, a cui hanno partecipato anche quindici parlamentari. Tra di loro i pentastellati Matteo Mantero, senatore primo firmatario di una proposta di legge sulla liberalizzazione, i deputati Michele Sodano (primo firmatario della lettera inviata al premier Giuseppe Conte) e Leonardo Aldo Penna. I cento parlamentari che hanno scritto a Conte sono in maggioranza grillini e Penna ha pubblicato un video sui social in cui pianta il suo seme di canapa. Sembra rivolgersi a loro, Di Battista, quando scrive: «Volete la regolamentazione della produzione della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano. Si tratta di gesti infantili e altamente controproducenti». Gesti che, continua, «ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay pride». Sbagliato il metodo, non il merito, ammonisce Di Battista attirandosi critiche a sinistra.

Dentro il Parlamento, invece, la tensione nel M5s rimane altissima. Soprattutto al Senato, dove il governo ha perso la maggioranza assoluta e si rincorrono le voci sugli addii di Tiziana Drago, Mattia Crucioli e Marinella Pacifico.

Drago e Pacifico sono date in approdo verso la Lega, Crucioli, ancora indeciso, dovrebbe andare nel Gruppo Misto, ma non appoggerebbe Conte. Ed è vicina la resa dei conti sui morosi delle restituzioni, con i probiviri che stanno studiando nuove sanzioni per chi non versa i bonifici. «Se mettono alla porta pure loro qua salta tutto», riflette un grillino.

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