Una lunga tirata sul marcio della politica e poi una gaffe, sul finale. È finita così l'intervista ad Alessandro Di Battista andata in onda ieri, durante Ballarò, con il deputato del Movimento 5 Stelle che difendeva la sua compagine, definita dall'Economist una "stella cadente" e uno scivolone notevole.
Perché sì, la rivista scriverà pure che il momento dei grillini è passato, spiega Di Battista a Massimo Giannini, ma in fondo all'Economist ci scrivono dei giornalisti. I quali, oltre a rilevare la stanchezza di un Movimento che comincia a riconoscersi un po' meno nella guida di Beppe Grillo, "scrivono quello che vogliono".
In fondo, spiega Di Battista, "quest'estate hanno scritto che ero pronto a farmi saltare in aria nella metropolitana di Roma". L'episodio è noto. I commenti a cui si riferisce il deputato erano arrivati dopo che, in un post pubblicato sul blog aveva spiegato che "nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella".
Frasi legate a quella che ad agosto era l'avanzata rapidissima e ancora "nuova" dello Stato islamico nei territori iracheni e siriani, davanti a cui il parlamentare auspicava
che fosse "elevato a interlocutore", a causa della sua "natura di soggetto che risponde a un'azione violenta". Parole che ora giustifica così: "Le mie dichiarazioni furono riprese, parzialmente, anche da papa Francesco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.