«I beni materiali possono contribuire grandemente a renderci la vita piacevole; ma senza amici e affetti realmente interessati a te, tutto sarebbe vuoto e triste, e le cose materiali smetterebbero d'avere importanza». Era proprio lui, David Rockefeller, a pronunciare queste parole. Concetti tanto condivisibili che suonerebbero quasi retorici, se non ci fosse dietro tutta l'autorità del banchiere più ricco e famoso del pianeta. Il milionario per eccellenza, scomparso solo lo scorso anno, all'età di 101 anni. Sono proprio i suoi «beni materiali», però, quelli che ieri hanno confermato le aspettative dell'asta del secolo a New York. L'asta che ha messo in vendita da Christie's le opere d'arte più prestigiose appartenute a David e a sua moglie Peggy (vendita che terminerà oggi). Materiali sì, ma anche parte di un repertorio culturale senza precedenti: sette nuovi record per autori (Monet, Matisse, Corot, Delacroix, Seguin, Morandi, Redon) e sette opere d'arte vendute al di sopra di 30 milioni di dollari. Cifre toccate già nella prima serata dell'asta, che ha dunque esaurito tutti e 44 i lotti messi al bando: il ricavato sarà devoluto in beneficenza. E la dimensione del «sentimento», della condivisione affettiva, pronunciata dal milionario statunitense (in merito a una vita ben più conosciuta per i fasti l'inarrivabile conto corrente: 3,3 miliardi di dollari, la stima di Forbes sulla ricchezza di Rockefeller) torna in qualche modo protagonista.
Il totale realizzato? Ben 646.133.594 di dollari (541,3 milioni di euro). Ma il top lot della serata è arrivato a 115 milioni di dollari: un Pablo Picasso del periodo rosa, Fillette à la corbeille fleurie, olio su tela dipinto nel 1905: il nudo pallido di una donna che, in piedi, regge un cestino di papaveri e che ha scrutato, con occhi scuri inquietanti, i capolavori degli altri grandi pittori europei nel più costoso salotto del pianeta. Oggi, li ha battuti tutti. Peggy e David Rockefeller avevano acquistato il dipinto dalla scrittrice Gertrude Stein (all'epoca, tra le più influenti nelle mode e nei costumi parigini), e Ernest Hemingway aveva dedicato una descrizione di quel quadro nel romanzo Festa mobile.
Le opere di Monet, quelle battute per prime. La tela Nymphéas en fleur, della serie delle ninfee dipinte tra il 1914 e il 1917 nel giardino a Giverny, è stata battuta per 84.687.500 di dollari, arrivando a raddoppiare la stima di partenza e superando di poco il top price di 81.447.500 di dollari, ottenuto da Meule nel 2016. Al terzo posto della vertiginosa vendita, un nuovo record anche per il repertorio di Henri Matisse: 80.750.000 di dollari il prezzo del dipinto Odalisque couchée aux magnolias del 1923. Il precedente top price di Matisse era stato aggiudicato nel 2010: il bronzo Nu de dos, 4 état (Back IV), battuto per 48.802.500 dollari.
Anche arte del Belpaese, tra le vette dell'asta Rockefeller: la Natura morta di Giorgio Morandi, 1940, un olio su tela su masonite.
Il dipinto è stato aggiudicato per 4.332.500 dollari. «Quando io e Peggy non ci saremo più, tutte queste opere d'arte che ci hanno dato così tanto piacere saranno di nuovo disponibili per altri», aveva scritto Rockefeller nelle sue memorie.
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