Il ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova continua a perorare la causa della regolarizzazione dei migranti difendendo il suo operato. E lo fa intervenendo in una diretta Facebook promossa da Italia Viva.
"Io in un governo dove si assecondano pensieri razzisti non ci sto di buon grado", esordisce senza ricorrere alle oramai celebri lacrime dell'annuncio del raggiunto accordo con il governo. Concedere permessi di soggiorno a clandestini per motivi di lavoro, e dare poi loro del tempo per poter eventualmente trovare un altro impiego dopo la scadenza del contratto, resta una questione di fondamentale importanza per Bellanova.
"Se non riconosciamo loro questo diritto, consentiamo al caporalato che è mafia, di ricattare le imprese piegandole alla propria volontà: qui la battaglia è tra legalità e illegalità. È finito il momento delle chiacchiere e della contrattazione al ribasso, questo problema va affrontato. Altrimenti ditemi qual è l'alternativa", ha aggiunto ancora il ministro, ben consapevole che questa posizione intransigente, tanto da aver minacciato di rassegnare le proprie dimissioni al primo accenno di resistenza da parte di alcune frange dei CinqueStelle, ha causato una serie di perplessità e di attacchi nei suoi confronti."È una battaglia che voglio fare fino in fondo anche se invece degli applausi arrivano valanghe di insulti", ha ribadito la Bellanova, che comunque nella lotta per ottenere la regolarizzazione dei migranti ha ottenuto anche il rispetto e l'appoggio di Luigi Di Maio. "Eviterei di portare il tema regolarizzazioni sul fronte ideologico. Conosco la ministra Bellanova ed è persona concreta", ha detto il ministro degli Esteri a "Che tempo che fa". "Noi abbiamo ascoltato le aziende agricole che avevano un problema e per affrontare questo problema abbiamo utilizzato un meccanismo che non è una sanatoria indiscriminata, ma riguarda determinati settori. Non è comunque solo una sanatoria per le braccia, abbiamo affrontato le regolarizzazioni nel settore agricolo, ma anche in quello degli aiuti alle famiglie e tutto è stato fatto con il principio del buonsenso", ha aggiunto ancora Di Maio.
Bellanova torna però alla carica, tirando addirittura in ballo stavolta il prezzo troppo elevato delle fragole, ulteriore elemento per giustificare la sua battaglia. "Se oggi le fragole le paghiamo di più non è per una pratica sleale ma perchè se ne raccolgono meno, non ci sono persone sufficienti per la raccolta. Un rischio che avremo anche per le prossime raccolte, a partire dalle albicocche", avvisa il ministro.
"Il lavoratore costretto a lavorare nell'illegalità fa un danno a se stesso, subisce un grande torto ma allo stesso tempo contribuisce a indebolire anche i cittadini italiani perchè se c'è il sommerso i lavoratori italiani non si rafforzano, anzi, si indeboliscono", ribadisce ancora.E per quanto riguarda il governo? L'intenzione, ovviamente è quella di arrivare a fine mandato. "Noi il governo vogliamo portarlo avanti fino al compimento della legislatura nel 2023".
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