"Il governo si regge sulle cose che fa utili per il Paese. Sappiamo perché è nato, quali sono le difficoltà ereditate, come sono stati affrontati questi mesi di emergenze". Per Teresa Bellanova ora è dunque giunto il momento di "avere la capacità di un respiro più lungo" e a fare la differenza dovrà essere "la qualità delle proposte che si avanzano". La renziana ammette di non aver sentito la conferenza stampa di fine anno del premier Giuseppe Conte, ma la sua premura è chiara e semplice: "Il governo deve cambiare passo e non devono esserci totem".
Sul reddito di cittadinanza è stata infatti molto critica: "Facciamoci una domanda e diamoci una risposta: quelle risorse vanno indirizzate in modo più proficuo. Togliamolo, perché non è utile ma dannoso". Mentre su Quota 100 ha tirato una frecciatina agli altri alleati: "Io non ho cambiato idea, il Pd evidentemente sì, se non pensa più ad abolirla. Invece di ragionare per massimi sistemi, domandiamoci quante persone con mestieri usuranti ne hanno usufruito".
Giustizia, infrastrutture e concessioni
Il ministro delle Politiche agricole, nell'intervista rilasciata a La Repubblica, ha toccato anche il tema della giustizia su cui l'esecutivo è praticamente spaccato, specialmente sulla prescrizione: "Ma chi può davvero pensare che le persone debbano essere considerate colpevoli a prescindere?". Perciò ha invitato la maggioranza a fare "un approfondimento" poiché a suo giudizio "non si possono fare provvedimenti come quello dei 5 Stelle che incidono sui diritti dei cittadini".
In occasione della sua presenza in Sicilia, gli imprenditori che ha incontrato le hanno ribadito che la priorità è rappresentata dalla presenza di "infrastrutture che li rendano competitivi a livello internazionale". Perciò Italia Viva punta fortemente sul piano Italia choc: "Ci sono 120 miliardi di euro già stanziati per infrastrutture e che vanno spesi subito. Questo è importante, non avere l'assillo su chi gestisce le infrastrutture".
A proposito della revoca delle concessioni autostradali, nel decreto Milleproroghe resta ciò che lei definisce l'esproprio proletario: "Vorrei un approccio meno approssimativo. Noto una certa aria di sufficienza verso chi vuole contribuire nel merito. I dossier si studiano e si istruiscono e non si cambiano le regole in corso d'opera.
Il rischio è di rendere il Paese non più credibile". Perciò la Bellanova ha concluso ribadendo che "quella norma sulle concessioni va cambiata" e IV presenterà "emendamenti in Parlamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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