Papa Francesco sparge l'incenso all'inizio della messa sul grande altare nello stadio di Erbil e si avvicina subito alla statua bianca e celeste della Madonna decapitata dai tagliagole dello Stato islamico. Bergoglio avvolge la teca che protegge la Vergine Maria oltraggiata con il fumo grigio, antico e sacro, in segno di benedizione.
Alla vigilia della visita del Santo Padre in Irak, il Giornale aveva rivelato la storia della Vergine Maria vandalizzata dai seguaci del Califfo. Nella loro furia iconoclasta contro i simboli religiosi dei cristiani bollati come infedeli, gli estremisti della guerra santa hanno pure mozzato le mani alla povera statua.
La scultura religiosa era esposta da generazioni nella chiesa di Sant'Addai, a Karemlash, uno dei villaggi della piana di Ninive, il cuore dei cristiani in Irak, che sono stati brutalmente occupati dall'Isis nell'estate del 2014 costringendo 120mila persone all'esodo nel Kurdistan iracheno.
Padre Paolo Thabit Mekko è il responsabile della comunità cristiana, che a singhiozzo sta tornando nelle sue case distrutte dalla guerra contro il Califfato. «Dopo la liberazione ho trovato la Madonna gettata a terra con disprezzo. Testa e mani tagliate, che sono riuscito a recuperare», racconta il sacerdote. Ad Erbil, «capitale» del Kurdistan iracheno, Malik Kadifa, ha restaurato negli ultimi giorni la statua riattaccando testa e mani «ma lasciando evidenti i segni del crimine commesso dai terroristi». Kadifa, figlio di un'antica famiglia vittima del genocidio turco, aveva confermato al Giornale: «Porteremo la statua alla messa del Papa per farla benedire. E ricordare che i cristiani, nonostante le persecuzioni, devono resistere».
Francesco ha riservato un altro grande onore ai cristiani di Karemlash.
Padre Paolo ha usato i pezzi di legno della sua chiesa bruciata dall'Isis per assemblare una croce. A Mosul, dopo la cerimonia fra le macerie della guerra al Califfato, il Santo Padre «ha baciato la croce, un sigillo che la nostra comunità cristiana potrà rinascere dopo il buio e le violenze».
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