Toccherà a lui, ad Alessandro Benetton (nel tondo) quale presidente di Edizione cui fa capo il 100% di Benetton Group, mettere una toppa al profondo strappo che il padre Luciano ha provocato con una intervista che ha irritato gran parte della famiglia per la superficialità con la quale il fondatore del gruppo di Ponzano Veneto ha scelto di rompere con la sua creatura. Sarà dunque il figlio «dissenziente» (così si autodefinisce Alessandro nell'autobiografia «La traiettoria») ad assumersi l'onere di provare a recuperare un'immagine di affidabilità che una cattiva gestione della manifattura, l'attività dalla quale tutto ha avuto inizio, ha nuovamente offuscato. Sarà però Enrico Laghi, l'amministratore delegato di Edizione, a tirare materialmente i fili, a cominciare dalla scelta del nuovo amministratore delegato in sostituzione di Massimo Renon. Sul nome circolano un paio di ipotesi, ma quel che si sa con certezza è che si tratta di un manager di alto profilo che ha guidato gruppi privati e pubblici. Sarà lui a progettare il piano di risanamento-rilancio dopo che Edizione avrà girato nelle casse i 260 milioni già concordati. Una cifra che è destinata peraltro a essere rinforzata per supportare il piano di risanamento che verrà messo a punto dal nuovo capo azienda in autunno. In ogni caso, del futuro della società si inizierà a parlare nella riunione del consiglio di domani, convocato per approvare il bilancio 2023 e nel quale molto probabilmente si toccherà il tema dell'addio di Renon. I numeri sono alquanto impietosi: a fronte di un fatturato pari a 1,1 miliardi, il margine operativo lordo (l'ebitda) è negativo per 113 milioni. Il gruppo ha visto venire meno 109 milioni di flussi di cassa, ed è a questo numero che si riferiva probabilmente il presidente Luciano nella sua intervista al Corriere della Sera quando denunciava un «buco di bilancio da 100 milioni». Sta di fatto che questo scenario ha determinato, all'ultima riga del bilancio, una perdita netta da 230 milioni, cifra sulla quale hanno pesato anche 150 milioni di svalutazioni. Numeri sicuramente pesanti, ma che non sono di per sé preoccupanti e non porteranno a nessun taglio del personale: Edizione, infatti, negli ultimi anni ha già iniettato nella società 350 milioni e ora, come già accennato, ne verserà altri 260. Il vero focus, adesso, sarà fermare il declino dei ricavi.
Per questo serve una rivoluzione nel board: il prossimo 18 giugno, infatti, l'assemblea dei soci dovrà rinnoverà il board di Benetton Group, e a uscire di scena saranno tutti i membri della famiglia con un cda di soli manager.
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