Berlino chiude i confini: basta irregolari

Controlli e respingimenti, tornano le frontiere. Crolla il teorema "Benvenuti rifugiati"

Berlino chiude i confini: basta irregolari
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Dal «benvenuti rifugiati» ai respingimenti dei migranti irregolari alle frontiere. È un'ulteriore «svolta epocale» per la Germania l'annuncio dato ieri dalla ministra dell'Interno, Nancy Faeser. Per contrastare l'immigrazione irregolare e il terrorismo jihadista, il governo federale ha approvato l'istituzione dal 16 settembre di controlli su tutte le frontiere della Germania, rinnovati ogni sei mesi. Per Faeser, le ispezioni proseguiranno «finché il nuovo sistema di asilo europeo» non garantirà «una forte protezione delle frontiere esterne dell'Ue».

Fino ad allora, ha sottolineato l'esponente del governo tedesco, «dovremo controllare con più forza i nostri confini nazionali». Rimane da chiarire il destino dei richiedenti asilo che, in base al diritto internazionale, non possono essere respinti. Faeser è rimasta vaga: «I dettagli seguiranno».

La ministra dell'Interno ha sottolineato che il piano, con cui «rafforziamo la sicurezza interna» in una «dura politica contro l'immigrazione irregolare», sarà conforme al diritto dell'Ue. La Commissione europea, che dovrà autorizzare i controlli, è già stata informata. Membro fondatore dell'Ue, che ha la libera circolazione tra i suoi principi, la Germania corre ai ripari per far fronte alla questione migratoria. Lo stesso esecutivo federale, che aveva deciso di finanziare le Ong impegnate nel salvataggio dei profughi nel Mediterraneo, mura le frontiere della Germania. Seppure in calo, flussi di migranti irregolari si riversano in territorio tedesco, in particolare nei Länder orientali. Per arginare questa marea cavalcata dagli estremisti sia di destra sia di sinistra, Alternativa per la Germania (AfD) e Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), il governo ha istituito nel 2023 controlli rinnovati ogni sei mesi ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera. Dalla crisi dei rifugiati del 2015, lo stesso provvedimento è in vigore alle frontiere tra Germania e Austria.

Ora, non si tratta soltanto di ridurre «in maniera massiccia» l'immigrazione irregolare che «non accettiamo», come ha dichiarato Faeser. La ministra dell'Interno ha, infatti, evidenziato che i controlli su tutte le frontiere tedesche mirano a contrastare anche terrorismo islamista e criminalità organizzata transnazionale.

Con gli attacchi jihadisti di Solingen e Monaco di Baviera, la Germania si è risvegliata dal sogno dell'accoglienza nell'incubo dell'importazione del terrorismo islamico. A colpire con un coltello nella città celebre per la produzione di lame è stato un profugo siriano che avrebbe dovuto essere espulso, Issa al Hassan, ma ha provocato tre morti prima di consegnarsi alla polizia. Nel capoluogo bavarese, ha aperto il fuoco con un fucile contro il consolato di Israele un 18enne austriaco di origine bosniaca, abbattuto dalle forze dell'ordine. Un ragazzo, Emrah Ibrahimovic, cittadino dell'Ue entrato dall'Austria in Germania in auto grazie alla libera circolazione. Con un'apertura a una soluzione condivisa da parte dei popolari all'opposizione, il governo tedesco finalmente reagisce, anche per contrastare l'avanzata degli estremisti.

Tuttavia, l'annuncio di Faeser ha provocato un'ulteriore spaccatura nell'esecutivo federale.

Mentre socialdemocratici e liberaldemocratici sono con la ministra dell'Interno, i verdi hanno criticato l'istituzione dei controlli su tutte le frontiere della Germania. Ebbri di un concetto puramente ideologico di accoglienza, gli ecologisti ancora si cullano nel sogno del «benvenuti rifugiati».

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