Berlusconi, appello ai moderati: cambiamo insieme la giustizia

Il leader azzurro si sfoga con i suoi dopo l'assoluzione: è finita, ma a che prezzo? Con Ncd, Lega e Casini ci sono molti punti di intesa sui quali riunire il centrodestra

Berlusconi, appello ai moderati: cambiamo insieme la giustizia

Il giorno dopo l'assoluzione piena, Berlusconi pare uscito da un incubo. Ma alla comprensibile commozione per il ristabilimento della verità, nell'ex premier prende piede un altro sentimento. C'è soddisfazione, certo, ma anche un'infinita amarezza: «È andata come dove andare ma a quale prezzo?», s'è sfogato felice ma mesto. «Mi hanno lanciato accuse infamanti; per anni hanno sputtanato me e un Paese intero; s'è attivata una gogna mediatica indegna che ha perfino fatto cadere un governo». Il suo umore è buono, anche se si sente svuotato, quasi incredulo; si gode la tranquillità familiare, stretto attorno ai figli, ieri anche quelli avuti da Veronica. Ma il rammarico per quanto accaduto lo vela di tristezza perché il nodo giustizia, in Italia, non s'è ancora sciolto.

Ed è proprio sul tema giustizia che Berlusconi non intende mollare. Venerdì chili di fogli stampati si sono ammonticchiati sul tavolo del salotto di Arcore: agenzie di stampa che riportavano le dichiarazioni di tantissimi parlamentari e non che gli esprimevano solidarietà; e sottolineavano la sconfitta della frangia più politicizzata della Procura. Tra questi, non solo gli azzurri ma anche chi da Fi s'è allontanato o ha stretto altre alleanze. Esponenti dell'Ncd, per esempio; ma anche pezzi grossi dell'Udc, Casini in testa; per non parlare della Lega, di Fratelli d'Italia, della Destra di Storace: tutti solidali con lui e corretti nel riconoscere che c'è un problema giustizia grande come una casa.

Il Cavaliere intende ripartire (anche) da qui. Il suo sogno resta unificare tutti i moderati sotto le insegne delle sue antiche battaglie. E quella della giustizia resta prioritaria. L'assoluzione di venerdì lo rende evidente e ieri il Mattinale, redatto dallo staff di Renato Brunetta, metteva il dito nella piaga: «Quella che sta predisponendo, sotto dettatura dell'Anm, il ministro Orlando è una riforma della giustizia deludentissima. Renzi la discuta con Forza Italia sul serio. Abbiamo molto da dire. Separazione delle carriere (già voluta da Falcone), responsabilità civile diretta dei magistrati per dolo e colpa grave, depoliticizzazione del Csm e di conseguenza fine delle correnti politiche che fanno il bello e il cattivo tempo nelle nomine». E ancora: «La grandissima parte dei magistrati esige che si valuti il merito e la capacità di lavoro per promozioni e assegnazioni di sede, mentre oggi il criterio dominante è l'appartenenza a una cordata politica, dove quelle più compatte e ideologiche (Magistratura democratica, Area) dominano su chi fa il suo lavoro di pm o di giudice senza confluire in camarille». E chissà se anche su questo tema, oltre a quello sulla riforma del Titolo V e del Senato, il Cavaliere troverà sponda in Renzi. Un Renzi che l'ex premier non vuole mollare, garantendogli l'appoggio alle riforme istituzionali, rispondendo così al messaggio del premier che dall'Angola dice «Con Forza Italia avrei mantenuto la parola sulle riforme anche se Berlusconi fosse stato condannato». Questione di opportunità: soltanto così, sebbene il nuovo Senato non sia l'ideale, l'ex premier resterà al centro della scena politica contribuendo a scrivere l'atto di nascita della Terza Repubblica e sconfessando definitivamente quelle Procure che lo continuano a considerare Belzebù.

A sintetizzare il pensiero berlusconiano di queste ore è il capogruppo al Senato Paolo Romani via Twitter: «Pacificazione nazionale e piena agibilità politica per Berlusconi perché possa essere federatore della nuova aggregazione di centro destra». Anche perché «Renzi non riuscirà a mantenere le promesse che ha fatto all'Italia! Avanti con le riforme e nuove idee per una proposta di centrodestra». Avanti con i club «Forza Silvio», quindi, e avanti con i giovani nel tentativo di recuperare lo spirito del '94.

Non a caso proprio il Cavaliere, che martedì sarà a Roma per presentare il libro di Michaela Biancofiore Il cuore oltre gli ostacoli, mercoledì benedirà la kermesse dei giovanissimi di Azzurri libertà dei fratelli Zappacosta: due giorni in cui 82 presidenti dei club parleranno di politica con Tajani, Mussolini, Biancofiore, Fiori, Nitto Palma, Sbai, Santanchè e Sylos Labini.

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