«Sarebbe molto grave se qualcuno si assumesse la responsabilità di dividere il centrodestra, e quindi di regalare ai nostri avversari la possibilità di tornare alla guida della regione». Silvio Berlusconi parla a nuora perché il suocero Matteo Salvini intenda. Ovvero scrive a Emily Rini, avvocato trentasettenne, presidente del consiglio regionale, nel giorno della sua presentazione ad Aosta come neo coordinatrice regionale azzurra, ma lancia anche un appello all'unità diretto al segretario della Lega. In Val d'Aosta il partito di Salvini ha dato segnali di voler correre da solo e questo porrebbe una seria incognita sul futuro della giunta.
La scelta del luogo così non è casuale. In Val d'Aosta è allarme per i destini della coalizione. Il sistema è proporzionale puro e l'elezione del presidente della Regione non è diretta, ma esiste anche un premio di maggioranza non facile da raggiungere, che quindi inviterebbe a un listone unico o almeno a un'alleanza sancita sulle schede elettorali.
Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno già deciso di correre in un'unica lista. In molti sostengono che a spingere la responsabile della Lega locale lontana siano incomprensioni personali con esponenti di Fdi. Da qui l'invito a Salvini a non accettare divisioni. Sestino Giacomoni, coordinatore dei coordinatori regionali di Fi, esprime il proprio allarme: «A causa di personalismi non si può dividere la coalizione rischiando di regalare la Regione agli avversari politici o comunque a un presidente di mediazione che rischia di non essere un esponente del centrodestra». In assenza di un'alleanza stabile e della conquista del premio di maggioranza, l'elezione del presidente sarebbe un terno al lotto, legato alle preferenze personali incassate dei candidati.
Inoltre rimane la dimensione simbolica, con il rischio di un Salvini scatenato in una Regione in cui l'autonomismo tradizionale non leghista è in crisi a causa degli scandali giudiziari. A due anni dal voto, la Regione torna alle urne il 19 aprile non per incomprensioni politiche tra i partiti, ma perché è stata commissariata per 'ndrangheta. Presidente ad interim è Renzo Testolin, in quota Union valdôtaine, il partito autonomista che tradizionalmente ha governato la regione.
L'azzurra Emily Rini, fondatrice del Front Valdôtain, che si è poi federato con Forza Italia, due anni fa la donna più votata, prima presidente donna del consiglio regionale della Val d'Aosta, oltre che la più giovane a ricoprire l'incarico, ieri ha chiesto esplicitamente una coalizione ampia per le prossime elezioni regionali del 19 aprile tra la lista che riunirà candidati di Forza Italia, Fratelli d'Italia, Pnv-Front Valdotain-Area civica e la Lega.
Proprio Matteo Salvini, oltre che gli «inciucisti» ex azzurri, sono il destinatario del messaggio di Berlusconi: per ampliare la propria agibilità politica, Salvini nei giorni scorsi si è mosso in oggettiva sintonia con Matteo Renzi. Punti comuni, progetti condivisi, frasi abboccanti, ce n'è abbastanza per spingere il Cavaliere a intervenire. Dividere «non sarà mai la nostra strada» dice così Berlusconi nella lettera ai valdostani.
«È necessario che, come in tante altre regioni italiane, anche da voi si possa realizzare il modello del centrodestra che rappresenta la maggioranza degli italiani», «nel quale Forza Italia ha un ruolo fondamentale». Ripete il proprio convincimento: «Senza di noi non può esistere un centro-destra vincente e ancora meno un centrodestra di governo».
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