D'accordo, prendiamoci pure un caffè in più al bar, e magari pure un cornetto. Già che ci siamo, ordiniamo anche del succo d'arancia. Tanto che vuoi che succeda se ci perdiamo i primi minuti di un match irrilevante? Sorseggiano e addentano, giornalisti e addetti ai lavori, radunati dentro all'area ristoro di Melbourne Park. Arriveranno naturalmente in tempo alle loro postazioni, ma comunque hanno già tutto il film della partita in mente.
AUSTRALIAN OPEN 1991: BECKER VS CAMPORESE
Terzo turno degli Australian Open 1991. Il numero 2 del mondo sfida il numero 45. Vale a dire, il magnifico tedesco Boris Becker contro il nostro Omar Camporese, in forte ascesa, ed in quello che si rivelerà poi il suo anno di grazia. Non ci può essere partita, evidenziano pure i bookmakers, semplicemente non ha senso neppure scommettere.
I primi due set sembrano confermare pienamente questa sensazione, anche se qualche crepa incrina le convinzioni acquisite. Perché Becker li vince entrambi, ma serve ricorrere al tie-break per farlo: 7-6/7-6. Chi si aspettava una passeggiata nel parco resta deluso. Chi, invece, ha incollato il sedere ai seggiolini dell'impianto per assistere ad un minimo di contesa, si sfrega le mani.
Omar è in forma, è al massimo del suo potenziale, replica con il braccio sicuro e proteso, colpo su colpo. Gioca con passanti urticanti dal fondo e si concede anche del serve and volley. Ma è comunque sotto e sul suo torneo sta per calare il sipario. Qui però inizia la sua impensabile rimonta.
LA RIMONTA NEL TERZO E QUARTO SET
Il terzo set del tennista italiano è un capolavoro. Camporese affonda, preciso e tagliente, il prematuro piano di gloria di Becker. Anzi, lo demolisce proprio, infliggendoli un amarissimo 0-6. Pubblico ammutolito. Boris pure. Che sta succedendo? Perdere un set ci sta, magari per un umano calo di tensione, ma questo è stato una disfatta.
Quarto set. Boris inferocito per la scoppola appena patita. Sfodera, adesso, tutta la sua classe. Ma Camporese regge. Sono piantati sul 4-4 mentre le lancette continuano a scorrere e il tedesco si porta adesso sul 40-0. Risalire da qui è quasi impossibile. La minima sbavatura e Omar va a casa. Invece resiste ancora, estraendo dal suo repertorio due diritti cosmici, che rimettono tutto in equilibrio il game. Poi prosegue la risalita e vince il set 6-4.
Ora nessuno ci capisce più niente. Com'è possibile che il numero 2 al mondo non riesca a venirne a capo? Becker si tocca la testa, probabilmente in preda ad un'emicrania provocata dall'inatteso tennis di Camporese.
VINCE BECKER DOPO 5 ORE E 12 MINUTI
Quinto e decisivo set. Anche qui Omar non molla di un centimetro. Siamo sul 6-6 e nel set finale non c'è il tie-break. Si va avanti ad oltranza.
E qui, infine, prevale la maggior classe ed esperienza del tedesco, che vince 14-12, ma al prezzo di 5 ore e 12 minuti di gioco. Distrutti per la stanchezza, si salutano sorridendo. Anche se non ha vinto, Camporese ha comunque compiuto un'impresa epica.
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