Berlusconi dice basta: "Serve subito una verifica". Il sostegno della Lega

Il Cavaliere: "Draghi si sottragga alla logica ricattatoria dei Cinque Stelle". Il grido di Fdi alla Camera: "Elezioni!"

Berlusconi dice basta: "Serve subito una verifica". Il sostegno della Lega

L'Aventino dei pentastellati non ha nulla di nobile. Al contrario: il loro astenersi dal votare il Dl Aiuti è un atto irresponsabile. Parola di Silvio Berlusconi. Il leader azzurro torna a far sentire la sua voce chiedendo al premier Draghi una verifica di governo. L'ultimo passaggio parlamentare dei grillini ha infatti innescato l'allarme per la tenuta della maggioranza di unità nazionale. «Oggi il Movimento 5Stelle - commenta Berlusconi -, dopo un logorìo politico prossimo all'accanimento, ha deciso di disconoscere un provvedimento fondamentale per il Paese, come il Dl Aiuti, dopo aver dato la fiducia al governo. Si tratta di un atto di schizofrenia politica e soprattutto di un vulnus grave che rende palese un deficit di responsabilità e serietà. I 5Stelle hanno deciso di giocare sulla pelle dell'Italia nell'illusione di ricavarne un dividendo di consensi. È inaccettabile».

Nel suo intervento il presidente azzurro ricorda che Forza Italia aveva accettato di formare una «maggioranza con partiti antitetici e lontani dalla sua cultura per accompagnare il Paese in questo difficile percorso». La condizione essenziale era - come ricorda il leader azzurro - che tutti i partiti della maggioranza di unità nazionale fossero disposti a mettere da parte l'interesse di parte per concentrarsi unicamente sulle sfide per affrontare le quali nasceva il governo guidato dall'ex presidente della Bce. A cominciare dall'attuazione del Pnrr.

La scelta dei 5 stelle, nonostante non rappresenti un fulmine a ciel sereno, manda tuttavia in tilt la maggioranza. Ed è su questo disorientamento che interviene Berlusconi chiedendo una verifica in quanto «occorre comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali».

Alla necessità di procedere a una verifica di maggioranza si associa Matteo Salvini, che ne approfitta anche per reiterare il suo no convinto alle due proposte di legge sulla coltivazione casalinga della cannabis e sulla «cittadinanza facile», come la chiama il leader leghista, ovvero uno Ius scholae legato esclusivamente alla frequenza di cinque anni scolastici nel nostro Paese. «Non è questo che si aspettano gli italiani da questa maggioranza», conferma una nota rilasciata dalla sede di via Bellerio.

Tra il timore di alcuni che la situazione da qui a giovedì possa realmente precipitare fino alla crisi di governo, e la convinzione di altri che si tratti solo di un bluff, nella maggioranza prevalgono le critiche al Movimento «colpevole» di scelte «poco comprensibili e sicuramente irresponsabili». In molti sono comunque convinti che se la crisi nei rapporti tra Draghi e i Cinquestelle portasse a una rottura, non ci sarebbe futuro per questo governo e si andrebbe alle urne già in autunno.

Insomma una verifica di governo prima di tutto per stanare i Cinquestelle e verificare quanto concreto sia il rischio di un ritorno anticipato alle urne. Ed è su questi temi che ieri sera ad Arcore Berlusconi ha convocato i vertici del partito (il vicepresidente Antonio Tajani e i due capigruppo di Sento e Camera, Anna Maria Bernini e Paolo Barelli). C'è chi tra gli azzurri ormai avverte un desiderio diffuso - trasversale ai partiti di maggioranza, a partire dal Pd - di andare elezioni anticipate a ottobre. Comunque, allo stato, la situazione politica - si osserva - fornisce uno scenario win win per Forza Italia: in caso di tenuta del governo, e uscita del M5s, l'asse della maggioranza si sposterebbe verso il centrodestra, mentre, se si andasse al voto, con questa legge elettorale, l'alleanza FdI-Lega e FI potrebbe vincere le elezioni. Anche se i rapporti tra i leader del centrodestra si sono rarefatti negli ultimi mesi, «stressati» dalle divisioni sulla rielezione di Sergio Mattarella e su amministrative dall'esito poco convincente.

E al voto come unica alternativa valida all'impasse in cui rischia di trovarsi il governo pensa il partito di Giorgia Meloni. «Non c'è bisogno di chiedere la verifica di maggioranza - commenta caustico il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida -.

L'abbiamo vista oggi in Aula: non c'è un provvedimento di governo su cui le varie forze che lo sostengono, siano d'accordo. È una scena pietosa, questa maggioranza non c'è più. È d'accordo solo sull'inutilità di andare al voto. Noi non ci stiamo».

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