Durante una crisi epocale non ci si può comportare come nulla fosse e limitarsi a cercare maggioranze politiche e armoniose pur di dare a Palazzo Chigi un inquilino. È la sintesi del ragionamento che più di un parlamentare azzurro propone per avallare quello che Silvio Berlusconi ha battezzato in questi giorni con diversi nomi ma che si riduce essenzialmente a un concetto: di fronte al dramma che tutto il popolo affronta serve un governo di unità nazionale, capace di dare un progetto chiaro ed efficace e una visione di futuro. Perché quello che offre l'Europa, come ripete da tempo ai suoi il leader di Forza Italia, è un'opportunità di rialzarsi più unica che rara e non si può sprecare con beghe e litigi per qualche poltrona.
Tutti nel centrodestra, dalla Lega all'Unione di Centro, vedono con apprensione il mandato esplorativo di Roberto Fico. Il presidente della Camera ha già detto chiaramente che il suo mandato è di ricomporre la vecchia (e litigiosa) maggioranza, semmai allargabile a qualche «responsabile». Scelta, quella di Fico, che lascia perplesso il capo di Forza Italia. «Che errore riproporre la stessa maggioranza che già si è rivelata inadeguata - si lamenta coi suoi - . Servirebbe un governo dei migliori, ma la sinistra ha già scelto un'altra via». «Il centrodestra - non si stanca di ripetere il fondatore di Forza Italia - è una coalizione e non un partito: siamo uniti, come siamo stati finora, al punto da essere andati al Quirinale insieme». Licia Ronzulli vede all'orizzonte il pericolo di un governo-fotocopia. «È da irresponsabili» commenta. Le fa eco la collega di partito Anna Maria Bernini che si appoggia alle conclusione cui è arrivata Confindustria commentando le previsioni del Fondo monetario internazionale. «Con i consumi frenati dall'incertezza - spiega la Bernini - le famiglie non penalizzate dal lockdown si rifugiano nel risparmio». La ricetta è semplice ma andrebbe affrontata da un'altra maggioranza. «Il principale volano della ripresa - dice la parlamentare azzurra - consiste in una rapida somministrazione dei vaccini, e in prospettiva nel corretto impiego delle risorse del Next Generation Eu. Ma sia sul piano vaccinale che sul Recovery Plan il governo ha navigato nella nebbia, lasciando una pesantissima eredità». «Chi non è riuscito a dare risposte vere alla crisi - aggiunge Mariastella Gelmini - non avrebbe diritto a una seconda chance. Neanche aumentando il numero di ministri e sottosegretari». Berlusconi, la Meloni e Salvini, però, si ritrovano e si confortano su un dato inequivocabile: la compattezza della coalizione nell'affrontare questa crisi. E la sintesi di questo sforzo è in quell'immagine di un drappello di rappresentanti di sei sigle diverse che con una sola voce chiedono a Mattarella un segno di discontinuità con la maggioranza giallorossa. «Sono settimane - commenta la leader di Fratelli d'Italia - che sentiamo dire che la ricerca dei responsabili da parte di Conte avrebbe dilaniato il centrodestra. Non è andata così, tanto che Conte si è dovuto dimettere. Non so cosa accadrà ora, ma posso dire che sono ottimista, perché fino ad oggi il centrodestra si è oggettivamente dimostrato molto compatto». Così il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
Per i leader dei due partiti sovranisti, però, la ricetta migliore resta quella del ricorso alle urne.
Ipotesi che ormai lo stesso Berlusconi non ostacola più, vedendo come male peggiore la palude nel quale rischiamo di impantanarci e sotto la quale vedere affondare le speranze di una rinascita rappresentata proprio dal sostegno del Recovery Fund.
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