Berlusconi: "Accordo Mes al ribasso, Ue debole"

Ai microfoni di Radio Montecarlo Berlusconi ha parlato dell’attuale situazione legata all’emergenza coronavirus criticando governo e Europa

Berlusconi: "Accordo Mes al ribasso, Ue debole"

Una forte critica all’Europa che deve svegliarsi e far sentire la sua voce o rischia di uscire sconfitta dalla guerra contro il coronavirus e un giudizio negativo per il governo italiano che fino ad ora ha adottato misure non sono sufficienti, soprattutto sul fronte economico, per fronteggiare l’emergenza sanitaria. È questo il pensiero di un Silvio Berlusconi decisamente battagliero che ai microfoni di Radio Montecarlo ha parlato dell’attuale situazione legata alla pandemia mostrandosi decisamente preoccupato per il nostro Paese.

Il leader azzurro parla in modo diretto ed afferma che da imprenditore comprende "la sofferenza, anzi direi l'angoscia, di tanti colleghi imprenditori per una situazione come quella che stiamo vivendo, nella quale tante aziende potrebbero chiudere o subire comunque dei danni irreversibili".

L’ex premier ha citato il caso della Svizzera dove "in poche ore si possono ottenere i finanziamenti dello Stato presso le banche. Da noi invece il governo ha scritto un decreto di 37 mila parole, lungo 100 pagine, lungo quattro volte la nostra Costituzione. È un testo tutt'altro che chiaro: l'unica cosa che si capisce subito è che comporterà tempi di attesa di settimane, o probabilmente addirittura di mesi. Invece le imprese non possono aspettare neanche un giorno in più e lo stesso vale ancora di più per le famiglie in difficoltà".

Al momento, ha dichiarato il leader di Fi, "il Consiglio dei ministri non ha stanziato 400 miliardi, anzi non ha stanziato neppure i 100 miliardi che noi avevamo proposto. Ha solo adottato dei provvedimenti che dovrebbero avere come effetto quello di mettere in circolazione questa cifra. Si tratta di una stima assolutamente aleatoria e che non si può quantificare".

Ma bisogna agire in maniera urgente. Berlusconi ha sottolineato che sono in pericolo tanti posti di lavoro. Il rischio, ha spiegato l’ex premier, è il collasso dell'intero sistema economico produttivo. "È naturale quindi- ha aggiunto- sperare che questa situazione si possa risolvere il più in fretta possibile, ma dobbiamo essere responsabili. Questa di 'al più presto’ è una legittima speranza di tutti ma non deve indurre a commettere imprudenze". Berlusconi, però, invita alla cautela perché, è il suo monito, si potrà riaprire solo quando la scienza dirà che si può farlo senza correre rischi gravi. "Un rischio che si chiama 'seconda ondata o 'contagio di ritorno’". “Una seconda ondata di contagi – ha spiegato - avrebbe un prezzo morale inaccettabile e un prezzo economico insostenibile. Da una parte, significherebbe sacrificare altre migliaia di vite umane, dall'altra porterebbe con sé il disastro economico, perchè costringerebbe a chiudere tutto di nuovo e questa volta. per un periodo ancora più lungo. Credo che questo rischio debba essere evitato in ogni modo".

Berlusconi poi lancia una critica al governo che, secondo il suo giudizio, ha messo in campo risorse per le imprese giudicate "insufficienti e fuori tempo massimo". L’ex premier, inoltre, critica l’esecutivo che non ha condiviso con l’opposizione le scelte sull'emergenza economica legata al Covid-19. "Fino ad ora- ha affermato- il governo ha fatto finta di ascoltarsi, purtroppo è cosi...".

Il leader di Fi ammette che in questo momento, che è "simile ad una guerra", pur essendo un liberale è favorevole ad un intervento dello Stato per immettere liquidità nel mercato in modo da consentire alle imprese di sopravvivere. “Noi, da opposizione responsabile, abbiamo sempre detto che siamo pronti a dare una mano per tutto questo, ma il governo finora ha fatto solo finta di ascoltarci, purtroppo è così”. Un altro affondo Berlusconi lo lancia contro la proposta della patrimoniale avanzata dal Pd: "Ne penso malissimo, sarebbe un disastro". "Come sempre -avverte il Cavaliere- la sinistra sa proporre solo nuove tasse, che sono esattamente il contrario di quello che oggi il Paese ha bisogno. Come ha bene spiegato Draghi, nessun Paese in guerra finanzia le spese straordinarie aumentando la tassazione. Dobbiamo fare esattamente l'opposto e far circolare più liquidità per rilanciare i consumi".

Al leader di Fi non è piaciuto neanche il compromesso raggiunto sul Mes la scorsa notte. Berlusconi, infatti, giudica che l’accordo sia al ribasso perché finanziare, come indicato dall'eurogruppo, solo la spesa sanitaria non basta: "La gran parte delle risorse saranno necessarie oggi per sostenere l'economia europea. Per questo non capisco e non accetto che il ricatto di alcuni partiti sovranisti nei paesi del Nord Europa abbia portato a questo miope irrigidimento".

L’ex premier racconta di aver saputo "che qualcuno in quei paesi, sta festeggiando quello che considerano un loro successo. Non capisco davvero cosa ci sia da festeggiare. Ora attendiamo piuttosto la definizione dell'annunciato Fondo per la ripresa, che ha trovato l'approvazione dell'eurogruppo e che potrebbe essere lo strumento decisivo, e del quale invece e purtroppo non sono state definite né le caratteristiche, né l'entità". Per Berlusconi questa è un'altra dimostrazione del fatto che in Europa non tutti hanno colto la gravità e l'urgenza della situazione.

Poi l’ex premier lancia un avvertimento a Bruxelles ammettendo che se le cose restano così significa l’Ue avrà un futuro difficile: "Se l'Europa non si dimostra all'altezza delle circostanze in una situazione così drammatica, allora il progetto europeo a cui abbiamo sempre creduto sarà più difficile da realizzare. Obbiettivamente questo non se lo può augurare nessuno: per l'Italia trovarci da soli a sostenere il peso di una crisi mondiale senza precedenti sarebbe un disastro. Però devo dire che finora l'Europa si è dimostrata come dire, sbiadita, debole, insufficiente". "Sarebbe sbagliato - ha proseguito - dire che non sta facendo nulla, perché la Banca Europea degli Investimenti, la Bei, ha messo in campo 200 miliardi per gli investimenti.

Il fondo Sure, nato anche per nostra iniziativa in seno al nostro Partito Popolare Europeo, ne ha previsti altri 100 per finanziare la cassa integrazione. Dal canto suo la Banca Centrale Europea, la Bce, sta garantendo liquidità per oltre 1000 miliardi. Però tutto questo è ancora troppo poco, non basta, non è sufficiente".

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