C'è l'orizzonte europeo nei pensieri e nelle azioni del leader di Forza Italia, l'europarlamentare Silvio Berlusconi. Dopo giorni in cui la crisi non crisi ha di fatto monopolizzato l'attenzione degli esponenti politici, il Cavaliere sterza sulla battaglia internazionale dei vaccini anti Covid. Lo fa con un'interrogazione alla Commissione europea con richiesta di risposta scritta sui ritardi nella consegna dei vaccini, anche a causa del taglio del 30 per cento della fornitura da parte della statunitense Pfizer all'Italia e agli altri Paesi europei. «La citata riduzione della fornitura rischia di compromettere la funzionalità del piano vaccinale» scrive Berlusconi. Tre le domande: se l'Ue intenda «intervenire per verificare il mancato rispetto dei termini contrattuali da parte di Pfizer»; «se intende rivelare» quali clausole e quali eventuali penali sono previste su tempi e quantitativi di distribuzione dei vaccini; e soprattutto «quali iniziative intende adottare per ovviare alla carenza nella distribuzione delle dosi».
L'interrogazione è stata firmata dall'intera delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo e una analoga sarà depositata alla Camera dei deputati a prima firma del responsabile del Dipartimento Sanità di Forza Italia, Andrea Mandelli.
L'argomento è centrale, come conferma anche nell'intervista alla Stampa il responsabile economico di Forza Italia, Renato Brunetta. L'azzurro è convinto che, di fronte alle carenze della Pfizer sia necessario acquistare e utilizzare lo Sputnik russo di Putin e i cinesi CNBG e Sinovac, già operativi, oltre naturalmente agli altri vaccini già previsti nel Piano e a quelli che stanno nascendo nel frattempo, anche in Italia. Opinione destinata a far discutere.
Il giorno dopo l'incontro dei vertici del centrodestra con Sergio Mattarella, in cui Lega, Fdi e Fi hanno chiesto di andare al voto, c'è ancora chi tra gli azzurri lavora a scenari alternativi. «Il centrodestra non potrebbe dire di no a un patto bipartisan per salvare l'Italia in cento giorni» dice proprio l'azzurro Renato Brunetta. Non è la linea ufficiale di Forza Italia, ma è pur sempre l'opinione del responsabile economico, un'opinione alternativa che circola all'interno del partito: il voto potrebbe compromettere la ripresa: «Senza vere riforme del fisco, della giustizia, del lavoro, della Pubblica amministrazione non saremo nemmeno in grado di spendere i 209 miliardi del Recovery Fund».
Paolo Romani, senatore di Cambiamo!, su Huffington Post dice no al governo Conte ma vede un'altra prospettiva per il futuro: «Rimango affezionato alla proposta fatta dal ministro e capo delegazione Pd Dario Franceschini, cioè iniziare un percorso di riforme a partire dalla riscrittura assieme di una nuova legge elettorale».
Il senatore di Forza Italia Renato Schifani, consigliere politico di Berlusconi, invita a evitare «strade rocambolesche» e osserva: «Il momento che viviamo richiede stabilità e una responsabilità che a Forza Italia non è mai mancata e che si riflette nella capacità di avanzare proposte pur nella salda permanenza nel versante di opposizione. Una posizione che i cittadini apprezzano, come è testimoniato dai sondaggi in crescita»
E c'è anche chi, come Michaela Biancofiore, membro del coordinamento di Presidenza, invita Matteo Renzi a passare tra i centristi di centrodestra.
Una provocazione politica: «È evidente che da tutti i sondaggi nell'alveo del centro sinistra Renzi non cresce e quindi è difficile a questo punto capire perché non punti a ritrovare ampia popolarità contribuendo a governare col centrodestra che è maggioranza nel Paese e nelle regioni».
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