All'Auditorium di Roma i leader del centrodestra danno la volata finale al candidato governatore del Lazio, «capitano di grande valore» come dice Silvio Berlusconi. È domenica mattina e il leader di Forza Italia non è presente fisicamente con Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Maurizio Lupi ma parla a tutti attraverso un videomessaggio. E nella sala c'è il vicepremier e numero due azzurro Antonio Tajani a rappresentarlo.
Il Cavaliere indica in Rocca il prossimo presidente della regione, che finalmente libererà il Lazio da una lunga «storia di immobilismo». E accusa: «Dai problemi più banali, come la raccolta dei rifiuti, a quelli più complessi, come creare un sistema di infrastrutture e di collegamenti adeguato, i veti incrociati e la non capacità di governo della sinistra ci hanno condotto alla situazione fallimentare di oggi».
Il centrodestra che è tornato a Palazzo Chigi conta di fare l'en plein e conquistare anche «la regione più importante d'Italia, perché ospita una città, la città più illustre del mondo, la nostra capitale, la nostra Roma, ma anche per le tante altre eccellenze del Lazio». E a tante eccellenze, per Berlusconi, ne manca solo una: quella di una squadra di governo regionale all'altezza del suo compito. Per questo la coalizione ha scelto Rocca e accanto a lui «una squadra molto competente».
Il parallelo tra governo nazionale e governo regionale viene ripetuto più volte nell'Auditorium della capitale. «Dobbiamo vincere bene -dice Tajani, prima del video del Cav- per dimostrare che stiamo governando bene. È anche un voto di fiducia al govern». E poi assicura che nell'esecutivo «c'è collaborazione effettiva tra tutti i ministri e l'Italia è tornata protagonista nei Balcani come in Africa».
Il centrodestra, dunque, è sicuro di conquistare il Lazio e completare l'onda lunga delle sue vittorie. «Ma sappiamo bene -avverte Berlusconi- che la sfida più difficile verrà dopo. Tenteranno di dividerci, ci attaccheranno su tutto, aspetteranno ogni nostro piccolo errore per cercare di minare l'unità della coalizione. EÈquello che sta succedendo a livello nazionale. Ma - e qui il Cavaliere scandisce ogni sillaba- non ce la faranno a dividerci. Non ci sono mai riusciti da quando trent'anni fa io ho fondato il centro-destra».
Sarà una vittoria di coalizione, quella del governo regionale, in cui ogni partito manterrà «le sue idee e la sua storia» e qui il leader sottolinea che Fi «sarà decisiva non solo sul piano dei numeri ma anche su quello politico», con le sue caratteristiche identitarie: liberali, cristiani, garantisti, europeisti e atlantisti, gli unici a rappresentare in Italia la grande famiglia europea del Ppe.
In serata Berlusconi parla a Zona Bianca su Rete 4, anche del caso Cospito, ribadendo che lo Stato «non deve cedere ad alcun ricatto»e che lo strumento del 41 bis non va modificato. Ma aggiunge, prendendo implicitamente le distanze dalle accuse di Donzelli al Pd: «Fi si è tenuta ben alla larga da ogni forma di polemica».
Il Cav dice anche di essere stato «l'unico leader» a chiedere nuove carceri per la rieducazione dei detenuti.
Sul pallone spia cinese, Berlusconi ricorda di aver sempre denunciato il regime totalitario comunista di Pechino e chiede ai leader europei di superare l'attuale «miopia» e accordarsi per una comune politica di difesa e costituire un corpo di pronto intervento di almeno 300mila uomini.
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