Berlusconi striglia Salvini «Noi cacciammo Prodi»

Nota di Forza Italia dopo gli attacchi della Lega I moderati ripartono dall'Ue: Parisi vedrà Tajani

Berlusconi striglia Salvini «Noi cacciammo Prodi»

Ora basta. Dopo l'ennesima provocazione di Salvini, sebbene il Cavaliere abbia chiesto ai suoi di non replicare, lo stesso Berlusconi interviene con una nota che tira per le orecchie il leader della Lega: «Forza Italia considera l'alleanza di centrodestra un valore importante per il presente e per il futuro. Per questo responsabilmente non rispondiamo alle ripetute esternazioni del segretario della Lega. - si legge - Tuttavia l'accusa a Berlusconi di avere sostenuto o apprezzato il governo Prodi è talmente paradossale da non poter rimanere senza risposta». Eccola: «Il segretario della Lega Nord forse è troppo giovane per ricordarselo, ma contro il governo Prodi portammo in piazza, a San Giovanni a Roma, la più grande manifestazione della storia politica italiana contemporanea. E per aver fatto cadere il governo Prodi Berlusconi è vittima tuttora di un sia pur assurdo e persecutorio procedimento giudiziario». Quindi «Forza Italia rivolge un cordiale ma serio invito ai nostri alleati a riflettere sul clima politico che certi toni e un certo linguaggio possono determinare».

Insomma, adesso la misura è colma. Però l'ex premier non vuole alimentare le polemiche per questione di realpolitik: all'orizzonte ci sono le elezioni amministrative e spaccare l'alleanza sarebbe un vero suicidio. A trattare manda i colonnelli: nessun faccia a faccia in vista tra i due leader. La patata bollente è in mano al senatore azzurro Altero Matteoli che fino ad ora non è riuscito neppure a parlare con Salvini.

Ma il Cavaliere vuole «tenere tutto insieme». Ecco perché sabato 28 gennaio vuole che anche le bandiere di Forza Italia sventolino accanto a quelle della Meloni al corteo pro-voto di Roma. Ma l'alleanza scricchiola.

Intanto il centrodestra moderato riparte dall'Europa. La candidatura e l'elezione di Antonio Tajani alla presidenza dell'Europarlamento viene vista anche come una vittoria di Berlusconi. Il quale cerca di smarcarsi dai messaggi ritenuti troppo populisti della Lega. A questo scopo si segnala un riavvicinamento a Stefano Parisi che, guarda caso, sta per fare tappa proprio a Bruxelles con la sua «Energie per l'Italia». Oggi sarà a Genova dove peraltro il governatore azzurro Giovanni Toti non si farà vedere. Poi, martedì prossimo, l'ex candidato sindaco di Milano porterà Megawatt nel cuore dell'Europa e a Bruxelles incontrerà il neo presidente del Parlamento Ue. Con Tajani, in fondo, c'è sempre stato feeling e l'azzurro ha spesso fatto da cinghia di trasmissione tra Parisi e il resto della classe dirigente azzurra. I messaggi che Parisi ribadirà anche a Bruxelles sono perfettamente in linea con il pensiero del Cavaliere: l'Europa così non va e occorre ripensarla da cima a fondo; basta con l'Europa a trazione tedesca; basta con la tecnocrazia.

Approccio critico ma non distruttivo come invece è il verbo leghista. Uscire dall'Europa non si può né tanto meno uscire dall'euro. Nei suoi messaggi cercherà, e troverà, la sponda di Tajani. Con la benedizione di Berlusconi.

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