Acque sempre più agitate in seno al Pd. Se D'Alema ha detto chiaro e tondo che non esclude di presentare una propria lista (anche se sembra più che altro una mossa per racimolare qualche seggio sicuro alle prossime elezioni), ora si fa sentire anche Pier Luigi Bersani. "Non minaccio nulla, non garantisco nulla - dice l'ex segretario Pd -. Porrò delle questioni e sentirò la risposta". Così risponde ai giornalisti che gli chiedono se si sente di escludere una scissione nel Partito democratico.
Quando poi gli domandano se intenda (o meno) parlare con Renzi, l'ex segretario risponde in questo modo: "Io porrò due o tre questioni politiche e sentirò cosa mi dicono. C’è un piccolo oggetto, che si chiama Italia e io chiederò delle risposte su questo piccolo oggetto e poi mi regolerò".
Ma tradotto dal politichese, cosa ha in mente Bersani? Di certo si può dire solo una cosa: l'ex leader Pd non si sbilancia. Ma conferma ai suoi tutte le perplessità verso la linea renziana improntata sulla corsa al voto. E per la prima volta, anche se non ne parla esplicitamente, non esclude nulla, neanche una possibile rottura.
Fino ad ora i bersaniani avevano sempre garantito di fare ogni battaglia all'interno del Pd, ora però il loro leader sembra tenersi aperte tutte le strade. Qualcosa dunque è cambiato? Bisogna capire, prima di tutto, cosa chiede la minoranza dem. Bersani dice che vuole le elezioni, ma prima una buona legge elettorale.
E su Gentiloni? Per l'ex segretario del Pd il governo deve pensare a governare, perché la situazione è difficile, ci sono tanti problemi da risolvere, dal terremoto all'emergenza lavoro, alle banche.Bersani insiste poi con il congresso del Pd: bisogna avviare il percorso congressuale. Anche questo può sembrare un avvertimento. State attenti a non tirare troppo la corda...
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