Il bianco e il nero: "Ha ragione Casaleggio", "Conte, leader più popolare"

Sulla crisi del M5S, per la rubrica Il bianco e il nero, abbiamo interpellato il filosofo Paolo Becchi e il sociologo Domenico De Masi

Il bianco e il nero: "Ha ragione Casaleggio", "Conte, leader più popolare"

Le strade di Davide Casaleggio e del M5S si sono definitivamente separate. Sulla crisi dei Cinquestelle, per la rubrica Il bianco e il nero, abbiamo interpellato il filosofo Paolo Becchi e il sociologo Domenico De Masi.

La rottura tra Casaleggio e il M5S era inevitabile?

De Masi: “Sì perché la rottura non è avvenuta per motivi finanziari, ma ideologici. Conte pensa che la piattaforma sia un service, mentre Casaleggio la considera un'ideologia, un modo per organizzare la politica. Sono due visioni politiche diverse e inconciliabili”.

Becchi: “Sì, ma non per motivi economici. La frattura è più profonda. Davide Casaleggio rappresenta la memoria del padre e questo movimento non ha più nulla a che fare con il padre e, quindi, era giusto che le loro strade si separassero. Mi sembra inevitabile se tengo presente l'evoluzione o l'involuzione del M5S, soprattutto da quando ha deciso di andare al governo col Pd. Adesso sono arrivati alla resa dei conti”.

Ma tra i due chi ha ragione?

De Masi: “Sono due punti di vista diversi. Naturalmente un capo politico non può delegare ad altri una ricerca. Letta O Salvini, se vogliono fare una ricerca, stabiliscono i criteri e scelgono un service esterno che se ne occupi. Casaleggio, invece, vuole partecipare anche alla scelta dei quesiti”.

Becchi: “Se pensiamo che il Movimento è nato su ispirazione di Gianroberto Casaleggio, ha sicuramente ragione il figlio che non fa altro che ribadire dei principi traditi dal M5S. È chiaro che chi cerca di mantenere qualcosa del Movimento delle origini è il figlio e non Grillo, una persona che è arrivata persino a giustificare uno stupro. Con quel video, il M5S è morto. Davide Casaleggio ha fatto bene a scendere da quel treno prima che andasse a sbattere. Tutte le ragioni, quindi, sono sue”.

Grillo, dopo quel video, dovrebbe farsi da parte definitivamente?

De Masi: “Grillo, in realtà, si è già fatto da parte perché non ha più il ruolo che aveva ai tempi Casaleggio padre. È intervenuto un paio di volte solo per la formazione dei governi. Credo che, ora, dopo il video, se si trovasse nella stessa situazione, non interverrebbe”.

Becchi: “Quel che farà Grillo ormai è del tutto indifferente. Lui ormai è un uomo finito, ha portato a sbattere il Movimento ed è paradossale che un movimento nato per la libertà dei cittadini finisse a causa di uno stupro. Quel discorso segna la sua fine e quella del M5S. Come padre posso anche capire la sua reazione, ma non giustificarlo. Quel che è successo è indifendibile. Una reazione del genere la posso comprendere solo se avviene all'interno della sfera privata, non quella pubblica. Ormai, Grillo di cosa può essere garante? Degli stupri? D'altronde non è mai stato garante di niente, ha fatto quel che voleva del M5S. Sarà casuale, ma proprio nei giorni che il figlio riceve un avviso di garanzia, Grillo fa l'accordo col Pd".

Conte è in grado di ricostruire il M5S oppure un partito targato Casaleggio può affossare anche il M5S contiano?

De Masi: “No, Casaleggio può raccogliere il 4-5% degli attuali iscritti. La maggior parte dei grillini, anche in Parlamento, sta con Conte. Inoltre l'ex premier porterebbe una quota di consensi del 6-7% tutta sua, anche perché, anche in base all'ultimo sondaggio di Piazzapulita, lui resta ancora il politico con la popolarità più alta”.

Becchi: “Conte sta prendendo tanto tempo. Gli conviene mettersi alla guida di una nave che è alla deriva? Mesi fa forse sì, ma adesso ci sono troppi conflitti interni. Se Davide Casaleggio avesse l'appoggio di Di Battista potrebbe anche fare un suo raggruppamento e, forse, una cinquantina di parlamentari lo seguirebbero. Le scissioni non portano mai bene ma ormai stanno sbranando il M5S come un animale in gabbia e dell'intuizione di Gianroberto Casaleggio non resta più nulla. Grillo, ora, vuol fare del M5S un partito verde. Sarà in grado di farlo Conte? Se fosse al governo, sicuramente. Ora, però, Conte è un professore universitario e più il tempo passa e più diventa una figura di secondo piano. Ma, poi, cosa vai a rifondare? Sì, in Parlamento è la prima forza, ma nel Paese cosa rappresenta il M5S? Ci sono 10 milioni in libera uscita, il M5S sta facendo la fine dell'Uomo qualunque. Non credo che alle prossime elezioni avrà il 15% dei voti? Chi voterebbe un partito lacerato al suo interno e il cui garante difende il figlio accusato da uno stupro? Quando dietro a un movimento vengono meno le idee fondanti, sparisce. Solo la Lega si è salvata perché Salvini ha iniziata la battaglia antieuropeista, ma Conte su cosa la basa la risalita? Soprattutto dopo il video di Grillo...”.

Ma, per il M5s, ha ancora senso parlare di democrazia diretta?

De Masi: “La democrazia diretta arriverà tra 50 anni. Già adesso, facendo la spesa su Amazon, votiamo e facciamo politica. Finora è un tipo di democrazia che si è realizzata solo ad Atene nel 430 a. C. perché tutti i 60mila ateniesi erano “laureati”, ossia avevano fatto o il Liceum di Aristotele o l'Accademia di Platone e, all'età di 40 anni, aveva assistito almeno a 300 rappresentazioni teatrali. Oggi, al massimo, le persone hanno assistito a 300 rappresentazioni di Barbara D'Urso... Per quanto riguarda il M5S, invece, so che si stanno già dotando di una nuova piattaforma. Ormai, tutti hanno una loro piattaforma, anche i tassisti romani hanno Mytaxi. Un domani esisterà MyM5S”.

Becchi: “La piattaforma Rousseau dava agli iscritti tutta una serie di strumenti partecipativi. Ora c'è il problema che i dati degli iscritti del M5S sono di proprietà di Rousseau. Il punto è che il M5S non sa nemmeno chi sono i suoi iscritti. La cosa, probabilmente, finirà in tribunale. Poi, certo, prima si sono inventati il direttorio, il capo politico, poi la segreteria e, infine, Conte che non è manco iscritto al M5S. È chiaro che siamo davanti a un declino che, forse, si poteva evitare. Forse il Movimento si poteva riprendere, soprattutto se si pensa che in autunno in Germania potrebbero vincere i Verdi. Tra transizione ecologica e digitale il M5S aveva grandi potenzialità e, poi? Con uno stupro hai rovinato tutto. Quel video è rimasto impresso agli italiani e non si può pensare che una persona del genere possa essere garante del partito di maggioranza relativa.

Ormai il M5S è invotabile. A Conte converrebbe cambiare tutto: persone e nome del partito. Davide Casaleggio gestisce l'eredità di un padre che tutti ricordano con affetto, mentre Conte dovrebbe gestire l'eredità di Grillo...”.

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