Gli Stati Uniti ribadiscono la necessità di chiudere urgentemente gli accordi a Gaza e in Libano, ma si preparano all'escalation, e Joe Biden sostiene che l'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah nel blitz di Israele è stata una «misura di giustizia» per le molte vittime di cui si è macchiato. Intanto all'Onu si moltiplicano gli appelli a evitare un altro conflitto. «Dobbiamo evitare una guerra regionale a tutti i costi», ha avvertito il segretario generale Antonio Guterres, sottolineando che «questo ciclo di violenza deve cessare ora e tutte le parti devono fare un passo indietro dall'orlo del baratro».
Ieri dal podio dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno parlato i ministri degli Esteri di Cina e Russia. Il capo della diplomazia di Pechino Wang Yi ha chiesto un cessate il fuoco completo in Medio Oriente, e quello di Mosca Serghei Lavrov ha spiegato che la regione è sull'orlo di una «guerra totale». Sostenendo la preoccupazione di Mosca «per quella che è diventata una pratica comune, ossia le uccisioni politiche». Quello di Nasrallah «non è il primo assassinio politico» dello Stato ebraico, ha proseguito: «Molte persone dicono che Israele vuole creare il terreno per trascinare gli Usa direttamente in questa situazione, e per farlo provoca l'Iran ed Hezbollah». «Non credo che sia la strada giusta, bisogna smettere di usare metodi terroristici per scopi politici», ha detto ancora. E rivolto agli Usa, ha spiegato che «senza il loro supporto onnicomprensivo a Israele, il conflitto potrebbe finire velocemente ed efficacemente». Biden, da parte sua, ha sottolineato che è tempo che gli accordi a Gaza e in Libano «si chiudano, che le minacce a Israele vengano rimosse e che la regione ottenga maggiore stabilità». Ma ha pure ribadito che gli Stati Uniti «sostengono pienamente il diritto di Israele di difendersi contro Hezbollah, Hamas, gli Houthi e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall'Iran». Pur se, «alla fine, il nostro obiettivo è la de-escalation dei conflitti in corso attraverso mezzi diplomatici». Il presidente, come ha spiegato la Casa Bianca, ha incaricato il Pentagono di «valutare e adeguare, se necessario, la postura delle forze americane nella regione per rafforzare la deterrenza, garantire la loro protezione e supportare l'intera gamma di obiettivi degli Usa».
«Il modo in cui Israele si difende conta», ha affermato invece il segretario di stato Antony Blinken, esortando l'alleato e Hezbollah a «smettere di sparare». Ma per l'alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell «nessuno sembra essere in grado di fermare Netanyahu né a Gaza né in Cisgiordania».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.