Torino Sono quattro le persone indagate per l'incidente di mercoledì 2 gennaio sulle piste innevate di Sauze d'Oulx, nel quale ha perso la vita una bambina di nove anni. La procura di Torino ha infatti aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo la morte di Camilla Compagnucci, la bimba romana che stava sciando lungo la pista Imbuto a pochi metri dal suo papà, quando ha perso il controllo degli sci ed è violentemente caduta a terra, ruzzolando per oltre 50 metri, fino a sbattere contro una barriera frangivento in legno posizionata fuori pista.
Il pm Giovanni Caspani ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati, tra dirigenti e tecnici della società Sestrieres Spa e l'ipotesi di reato è omicidio colposo. Gli indagati sono già stati coinvolti in un'altra inchiesta simile, che riguarda la morte di Giovanni Bonavenutura, giovane ingegnere di 31 anni, morto il 20 gennaio dell'anno scorso sull'altro versante della stessa pista della Vialattea. I due fascicoli saranno unificati in un'unica indagine che intende verificare l'uso delle barriere frangivento, barriere in legno senza imbottitura che servono a impedire che la neve naturale venga spazzata via. La struttura, posizionata fuori pista, contro la quale si è spezzata la vita della piccola Camilla è stata sequestrata.
Subito dopo l'incidente, i carabinieri della pattuglia sciatori di Oulx hanno sequestrato anche l'attrezzatura della bambina: il casco - che la giovane sciatrice romana indossava regolarmente - e l'abbigliamento, ossia la giacca a vento, gli sci, gli scarponi e le bacchette. Provvedimenti presi come atti dovuti, la cui finalità è quella di accertare se esistono delle responsabilità o se l'incidente che è costato la vita a Camilla ed ha sconvolto per sempre la vita dei suoi genitori, è stato una tragica fatalità. Per ricostruire anche gli attimi in cui la piccola sciatrice è caduta, gli inquirenti hanno sentito fino a tarda notte alcuni sciatori che in quel momento stavano scendendo lungo la pista Imbuto, tra questi anche Francesco Compagnucci, padre della piccola, che sciava a pochi metri di distanza da lei.
La pista dove si è verificato l'incidente, è classificata come «Rossa», quindi per sciatori esperti, collega la cresta al Vallone del Rio Nero e si chiama Imbuto proprio per via di un restringimento con un passaggio obbligato tra le rocce. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Camilla Compagnucci stava scendendo ad una velocità sostenuta quando è caduta a terra, rotolando nella neve fino a sbattere contro la barriera in legno, il tutto sotto gli occhi del papà. Nell'impatto ha riportato un grave trauma cranico e un altrettanto grave trauma toracico e la violenza con la quale ha sbattuto contro il frangivento, le ha procurato un arresto cardiocircolatorio.
I sanitari del 118 hanno tentato in tuti i modi di rianimare la bambina, praticandole per oltre trenta minuti il massaggio cardiaco ma fin da subito le sue condizioni sono parse disperate. La piccola sciatrice respirava ancora quando l'equipe medica l'ha trasferita sull'elicottero che l'ha portata all'ospedale infantile di Torino Regina Margherita, dove è morta poche ore dopo.
«Quella pista è sicura, regolarmente palinata, con cartelli per la velocità - assicura Giovanni Brasso, presidente della Sestrieres spa che gestisce gli impianti -, inoltre nelle ore in cui, il 2 gennaio, la bambina stava sciando, la visibilità era buona. Inutili dire che questo é un momento orribile e triste per tutti».
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