Il blog di Grillo sputa sui fucilieri e i militanti del M5S si ribellano

"L'Italia imperialista ammetta le colpe". Ma i suoi replicano: "Molla il vino"

Il blog di Grillo sputa sui fucilieri e i militanti del M5S si ribellano

Roma - Un bicchiere mezzo pieno, recita la scappatoia di un imbarazzato ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Mezzo pieno sì, ma di fiele, come appare evidente dalle (quasi contestuali) parole dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, anch'egli al meeting di Cl a Rimini come Gentiloni. «L'Italia sperava diversamente. Avevamo chiesto altro».

Sì, l'Italia aveva chiesto altro e sperava di porre fine all'odissea dei marò in tempi assai più brevi dei due-tre anni che si prospettano. L'impotenza inconcludente del governo Renzi pare invece manifestarsi persino in modo inatteso, dopo la sentenza del giudice del Mare di Amburgo. E si attendono nuovi passi che, magari con più decisione e meno chiacchiere e arzigogoli, possano riportare in Patria i nostri fucilieri di Marina. Amburgo non è Berlino, non era quello il giudice che potesse dare la chiave dell'uscio ai marò. Per cui s'è trattato dell'ennesimo rinvio a un arbitrato dal sapore ancora troppo beffardo. Anche perché, almeno in linea teorica, potrebbe persino ribaltare la decisione sulle competenze e non, come afferma furbescamente Gentiloni, soltanto prendere atto del principio che il giudice di Amburgo avrebbe stabilito «in forma definitiva». Questo il «risultato utile», secondo l'arabesco del ministro degli Esteri: «Non sarà più la giustizia indiana a gestire la vicenda ma l'arbitrato internazionale». Per ora è così, certo. Ma la corte che dovrebbe costituirsi all'Aia non è vincolata alle decisioni di Amburgo, tanto che il giudice ha tenuto a motivare l'agire pilatesco con la volontà di non volere entrare nella vicenda, al fine di «non condizionare» decisioni future.

Inevitabile che la polemica divampi sotto tutti i profili: la lentezza e debolezza del governo Renzi, così come l'inettitudine colpevole di quelli passati, in particolare Monti. Il caso suscita gli animi, attraversa schieramenti precostituiti (nella maggioranza non tutti vedono la sentenza come «passo avanti» verso la soluzione), manda persino in frantumi certezze grilline. Così che ieri sul blog di Beppe Grillo è comparso un contestato articolo, a firma di tal Albanese, che riassume così la vicenda: «La questione dei Marò è stata condotta dai governi italiani in modo assurdo come se l'Italia fosse uno Stato imperialista». L'Italia avrebbe dovuto procedere, si prosegue, «con molta umiltà, rispettando anzitutto la giustizia indiana, ammettere le colpe, riconoscere l'avventatezza dell'operazione, assumersi in solido tutte le responsabilità con le famiglie dei pescatori, invocare le attenuanti dei difficili tempi che viviamo. Ciò che deve aver irritato particolarmente l'apparato giudiziario indiano deve essere stato l'atteggiamento negazionista che metteva in dubbio le responsabilità dei due militari che per aver fatto secchi all'istante i due pescatori indiani senza neppure ferirli, devono aver sparato una quantità esorbitante di proiettili». Così, conclude il blog grillino, «l'Italia ha proseguito nel mostrare la sua faccia sporca di paese svergognato e maneggione».

Il post non è piaciuto per nulla alla base, né a molti deputati di M5S, tra i primi a rinnovare la solidarietà ai marò in India. I militanti si sono ribellati alla leggerezza della ricostruzione.

Tra i commenti inferociti («Albanese molla il vino!») o preoccupati («Dei marò m'importa poco, ma è questa la posizione di M5S?»), i grillini stavolta sono incerti se considerare i Fucilieri come vittime del sistema o come aguzzini delle Multinazionali.

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