«Ho esposto nei dettagli le mie considerazioni circa i fatti contestati al gip, il dottor Iannelli, attendo con fiducia le valutazioni del giudice». Stefano Boeri (foto) è appena uscito dalla stanza del giudice per le indagini preliminari, Luigi Iannelli, dove per circa un'ora e mezza ha risposto all'interrogatorio preventivo. Brevemente l'archistar si intrattiene con i cronisti.
Il gip deciderà nei prossimi giorni sulla richiesta della Procura di arrestare, ai domiciliari, Boeri e altri due indagati nell'inchiesta sulla gara d'appalto della Beic (Biblioteca europea di informazione e cultura). Valuterà sulla base dell'eventuale pericolo di reiterazione del reato, avendo già dichiarato non sussistente quello di inquinamento delle prove. All'interrogatorio di Boeri, affiancato dall'avvocato Francesco Mucciarelli, erano presenti l'aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Paolo Filippini e Giancarla Serafini. Sempre ieri sono stati interrogati anche gli architetti Cino Zucchi, Pier Paolo Tamburelli, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi. Il gip ha già respinto le richieste di interdittive dalla professione per ulteriori due indagati e pure la richiesta di sequestro per oltre 5 milioni di euro a carico dei professionisti coinvolti. Boeri risponde di turbativa d'asta e falso per non aver dichiarato conflitti di interessi come presidente della commissione giudicatrice nel concorso che nel luglio 2022 assegnò l'incarico per la progettazione della Beic.
Per la Procura, l'archistar ha favorito, dopo accordi con progettisti con cui aveva rapporti accademici o professionali, la cordata che poi è risultata vincitrice. È stato fatto vincere, è invece la linea difensiva, «il progetto migliore». Dopo Boeri è entrato dal gip il collega Zucchi (anche lui rischia i domiciliari), difeso dall'avvocato Giovanni Bellingardi. Poi l'architetto ha risposto a lungo alle domande dei giornalisti. «Ho avuto sempre un comportamento corretto e lineare nella giuria - ha detto -. Non sapevo di chi fossero i progetti, li ho valutati, ho lavorato e giudicato nell'anonimato totale e non ho mai incontrato i progettisti». Sulla decisione del gip si è detto «speranzoso». Ha aggiunto di aver fornito «chiarimenti» e ha sottolineato: «Niente nel mio comportamento può avere infranto alcuna regola». Sul presunto conflitto d'interessi: «Appartengo al Politecnico, che è composto da tante persone, e il conflitto riguarda l'ambito professionale ed economico e quello non c'era, mentre il contesto culturale di relazioni non può essere preso per un contesto che dà origine a illeciti». Per evitare ogni rischio, «bisognerebbe chiamare un geometra di Catanzaro...». Per Zucchi, «il codice degli appalti vede tutto molto come una prestazione di servizi, mentre l'architettura ha anche una dimensione di arte dell'ingegno».
Infine: «Ho grande esperienza di giurie e di concorsi. Penso di essere stato chiamato in virtù di una mia fama di un certo rigore». Così invece Tamburelli: «Non ho mai incontrato né Boeri né Zucchi mentre erano in commissione».
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