In un Maracanãzinho strapieno, ieri il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha lanciato ufficialmente la sua candidatura per un secondo mandato al Palazzo di Planalto tra le fila del Partito Liberale, il PL, di destra. Davanti a oltre 10mila supporter che lo hanno interrotto più volte con gli slogan della campagna elettorale - «mito, mito, mito», «la nostra bandiera non sarà mai rossa» e il jingle «Capitão do Povo», Capitano del Popolo in portoghese i più gettonati - Bolsonaro ha promesso di mantenere il valore del sussidio Auxílio Brasil a 600 reais (circa 110 euro), nel caso venga rieletto ma, soprattutto, ha presentato come candidato alla carica di vice il generale Walter Braga Netto, già suo ministro della Difesa.
La prima a parlare ieri alla Convention del PL nel più celebre palazzetto dello sport di Rio è stata però la first lady, Michelle Bolsonaro, che ha ringraziato «per il sostegno e per le preghiere. Non è stato facile ultimamente. Ci è voluto molto sangue per essere qui», un chiaro riferimento all'attentato del 2018, quando suo marito quasi morì dissanguato. Bolsonaro ha iniziato il suo discorso ringraziando Dio per la sua «seconda vita», con la missione di essere presidente del Brasile. «Ogni giorno, quando mi alzo, mi inginocchio, prego un Padre Nostro e chiedo al nostro Signore che il popolo brasiliano non senta mai più il dolore del comunismo». Sempre per mettere in primo piano le donne - il voto femminile sarà decisivo il 2 ottobre - Bolsonaro ha poi chiamato sul palco la sua ex ministro dell'Agricoltura Tereza Cristina. «Questa è la piccola grande donna che fa la differenza. Tutti i miei viaggi all'estero sono stati preceduti dai suoi e quando sono arrivato era tutto pronto, mancavano solo le firme. Questa piccola grande donna, con i fertilizzanti, ha garantito la nostra sicurezza alimentare», ha detto il presidente, non mancando di ringraziare Putin, per avere «sempre difeso la sovranità del Brasile sull'Amazzonia che invece altri vorrebbero toglierci». Inevitabili i riferimenti all'ex presidente Lula, suo principale oppositore alle presidenziali e in testa nei sondaggi anche se in calo, con appena 6 punti percentuali di vantaggio. Mentre i fan del «Mito» cantavano «Lula ladrão, Bolsonaro é a solução» («Lula ladrone, Bolsonaro è la soluzione»), il presidente definiva Lula «un ragazzo», ponendogli due domande. «Questo ragazzo che vuole legalizzare l'aborto e la droga in Brasile, sa quanto soffre una madre quando un figlio si arrende agli stupefacenti? Questo ragazzo, che in un decreto ha creato quella che lui chiama ideologia di genere, tendendo agguati ai nostri figli e nipoti a partire dai 5 anni per stimolarli al sesso, vuole bene al suo popolo?». E sempre su Lula, vicino alle dittature di Cuba e Venezuela, Bolsonaro ha aggiunto: «Quando si tratta di potere popolare, qualcuno pensa che il popolo cubano o venezuelano non vogliano la libertà? Certo che la vogliono ma perché sono arrivati a questo punto? Scelte sbagliate».
Bolsonaro ha parlato per 65 minuti di fila a braccio, attaccando sul finale il Tribunale supremo federale, il Stf con cui è in aperta polemica da oltre un anno, e i 10mila del Maracanãzinho hanno subito cominciato a cantare «Supremo è il popolo». «Oggi sapete cos'è il Supremo Tribunale federale.
Sa per cosa combattere. Il potere emana dal popolo se il popolo sceglie bene i suoi rappresentanti», ha concluso, convocando i sostenitori alle manifestazioni del 7 settembre, bicentenario dell'indipendenza dal Portogallo.
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