È la furia dell'acqua. Della grandine. Della tempesta. Che non lascia tregua. E mette il Veneto sempre più in ginocchio.
Ieri sera, intorno alle 19, un altro violento nubifragio si è abbattuto su Cortina D'Ampezzo, trasformando le strade in fiumi di fango. Scantinati allagati, canali esondati, squadre dei vigili del fuoco impegnate in una cinquantina di interventi. I pompieri hanno cercato di far defluire l'enorme flusso d'acqua scaricatosi a valle. Semi sommerso anche il sentiero della vecchia ferrovia. Particolarmente colpita la zona in località Verocai dove un fiume di fango ha invaso le strade. Già domenica la zona era stata colpita. Come Verona, con i venti che soffiavano a cento chilometri orari. Fango, detriti, disperazione e lacrime. Immagini impressionanti, come quella divenuta simbolo, di quell'uomo che tenta di risalire il fiume di melma che aveva invaso la strada, con l'acqua fino alle spalle. La tromba d'aria ha causato grossi disagi anche alle province di Vicenza e Padova, tanto che il governatore del Veneto Luca Zaia, ieri, dopo aver visitato la città scaligera, ha firmato lo stato di crisi per i comuni danneggiati delle province di Belluno, Padova, Vicenza e Verona. A essere colpito anche Rocca Pietore, nel bellunese, che ancora piange la tempesta Vaia di due anni fa. Il Giornale era andato a documentare la devastazione. Nel veronese i comuni colpiti, oltre alla città sono Castelnuovo del Garda, Sant'Ambrogio di Valpolicella, Peschiera del Garda, San Pietro in Cariano, Pastrengo. In queste zone il vento ha scoperchiato tetti, infranto le vetrine dei negozi; almeno cinquecento gli alberi caduti. L'Arpav (Agenzia regionale Prevenzione e Protezione Veneto) parla di diversi nubifragi con massimi di precipitazione intorno ai 20 millimetri in cinque minuti, 30 in dieci, 40 in un quarto d'ora, 60 in mezz'ora. Valori record per alcune località e tra i più intensi registrati in Veneto negli ultimi trent'anni. Oltre alle raffiche di vento fino a cento chilometri orari nella città scaligera. Devastate le Torricelle, simbolo della città. Il sindaco della città, Federico Sboarina, è rientrato prima dalle vacanze. «Non c'è tempo da perdere - ha detto il presidente del Senato Elisabetta Casellati - A Verona le famiglie e le attività produttive non possono aspettare. Occorre intervenire subito con misure economiche a sostegno di chi ha subito i devastanti effetti dell'ondata di maltempo». «Ci aspettiamo risposte immediate anche dal governo - ha detto Luca Zaia - ho visto devastazione. Verona deve essere aiutata in questa tragedia. Valpolicella non è solo una realtà economica importante, ma un biglietto da visita internazionale: significa Amarone». Anche la Coldiretti ha lanciato l'allarme. Milioni di euro di danni nelle campagne del Veneto con alberi da frutta divelti, filari di viti abbattuti, serre e raccolti distrutti e stalle allagate.
La Confcommercio Verona ha messo a disposizione il proprio supporto per censire i danni e fornire l'assistenza agli imprenditori. La furia della tempesta non ha risparmiato nemmeno i grappoli d'uva prossimi alla vendemmia. Si contano i danni. E la conta è solo all'inizio.
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