Inserimento scolastico, formazione linguistica, promozione dell'autonomia sociale ed economica dei giovani rifugiati, controlli medici, assieme a vitto alloggio e attività sportive sono le prestazioni offerte ai minori stranieri non accompagnati (Msna l'acronimo). Ecco l'accoglienza che lo Stato italiano riserva a quanti sbarcano sulle nostre coste senza alcun familiare. A oggi il numero dei minori presenti in Italia è di 20.032, di cui 10.727 arrivati da gennaio di quest'anno. Diversamente fino al 2020 la media degli arrivi era di circa 7.000 l'anno.
È la disamina dei costi che rende poco comprensibile l'impiego dispendioso spesso protratto oltre i 18 anni canonici della maggiore età. Ma vediamo nel dettaglio come funzionano le voci di spesa dedicate. Per ciascun minore il costo base è di 60 euro al giorno, come stabilisce la circolare 16153 del 19 maggio 2022, che regola gli appalti organizzati e affidati dalle prefetture per la gestione dei centri di accoglienza deputati ad ospitarli. Al contempo ci sono i Sai (Servizi di accoglienza e integrazione) organizzati da Anci e comuni che provvedono all'ospitalità per 77,50 euro pro capite pro die. E infine sussiste l'accoglienza diretta da parte dei Comuni dove il contributo dello Stato per ciascun giovane ospite è al massimo di 100 euro al giorno.
Il numero dei ragazzini presenti in questo contesto privilegiato è di circa un migliaio e produce una spesa tonda di 36.500.000 annui complessivi. Ovvero 36.500 l'anno ciascuno. In pratica si potrebbe malignare su un'eventuale iscrizione all'università di Oxford o di Cambridge o addirittura un master a Berkeley. Già, con le quote dei corsi, l'alloggio e l'iscrizione stiamo lì. Ma che le voci di spesa siano davvero imponenti lo indica l'entità del fondo nazionale per l'accoglienza dei Msna stabilito per l'anno in corso. La cifra non supera i 118 milioni, mentre per il 2024 salirebbe a 166 milioni. Purtroppo però quest'anno in Italia tra coloro che erano ancora minori a gennaio scorso e i nuovi arrivati andiamo a superare appunto la vetta dei 20mila. Vale a dire che la posta di cui si necessiterebbe è, al minimo della spesa ossia 60 euro, di 438 milioni. Rimaniamo invece ben lontani.
Ma ci sarebbe anche di più da analizzare in questa attenta indagine: sempre più spesso i giovani stranieri restano nel centro di accoglienza anche dopo aver superato non i 18 ma i 19 anni. Da un lato perché studiando il permesso di soggiorno gli viene automaticamente prorogato, così la ricerca e l'accesso al lavoro, dall'altro perché alcuni di loro al compimento della maggiore età necessitano di un supporto prolungato volto al buon esito del percorso di inserimento sociale. In ultima istanza gli stessi minori richiedenti protezione internazionale potranno attendere nel centro l'esito della domanda, spesso presentata dal tutore che solitamente è rivestito dal responsabile del centro di accoglienza. Davanti a una serie siffatta di situazioni diverse è automatico che gli impegni di spesa iniziali lievitino a dismisura fino a uscire dal controllo stesso delle autorità competenti. Non è un caso sporadico infatti che tra i progetti che i Comuni mettono in piedi e di cui il ministero dell'Interno finanzia l'intero budget, a fine valutazione ci si ritrova a dover rimborsare a piè di lista nuove poste.
Tuttavia il
problema di queste ore è la gestione dei minori presenti nei Cas in promiscuità con gli adulti: in ciascuna Regione è corsa alle manifestazioni d'interesse per individuare gli operatori economici interessati a scendere in gara.
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