Nel paese delle meraviglie. Le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro Maria Elena Boschi sembrano raccontare un Pd e un’Italia che esiste, forse, solo nella sua testa. Prima di andare a parlare alla Festa dell’Unità di Milano, la Boschi ha partecipato all'inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo di Marazzi Group a Fiorano Modenese e ha colto l’occasione per parlare di economia. Snocciolando cifre sull’occupazione e sul Pil, ha dichiarato che ormai “l'Italia è tornata a mettersi in cammino. Cresce come principali Paesi europei e adesso vogliamo correre”. Sarebbe bello crederle se non fosse che la previsione di crescita economica per la Germania sia del +1,6% anche per quest’anno, mentre l’Italia, se va bene, arriverà allo 0,6/0,7% del Pil e che il tasso di disoccupazione tedesco sia la metà del nostro. Certo, fare un paragone tra l’Italia e la locomotiva d’Europa, secondo i turborenziani, potrebbe essere ingiusto ma anche Paesi come la Grecia o la Polonia hanno previsioni di crescita superiori a quelle sbandierate dal governo Renzi.
Economia a parte, la Boschi ha dato i numeri anche una volta giunta alla Festa dell’Unità. “Il Pd nel 2013 aveva il 25%, con Renzi ha raggiunto il 40,8. È vero che oggi i sondaggi danno numeri più bassi, ma anche se fossero veri avremmo guadagnato comunque 7-8 punti rispetto a due anni fa”, propaganda il ministro che esclude elezioni anticipate ma, nello stesso tempo, si dice sicura che “se dovessimo andarci oggi quel 40,8% lo supereremmo ancora”. Anche in questo caso sarebbe bello crederle se non fosse che gli ultimi sondaggi danno il Movimento 5 stelle vincente in caso di un’alleanza tra Pd e Ncd. Il partito di Renzi uscirebbe sconfitto dalle elezioni anche in presenza di una rinata alleanza tra Forza Italia e Lega. Ma “il Boschi pensiero” lascia parecchio perplessi anche quando parla dei rapporti interni al suo partito e al cammino delle riforme.
"Il Pd – spiega il ministro - non è che non perdona qualcosa a Renzi, ma sostiene Renzi, perché il Pd siamo noi. Non c'è un Pd che ha una posizione di ostilità nei confronti del segretario". E il Pd di Massimo D’Alema e di Pier Luigi Bersani che non perdono occasione di lanciare bordate contro il premier-segretario, che partito è? Ah già, quella è la minoranza e non conta perché sulle riforme “non possiamo aspettare di decidere all’unanimità, decideremo anche a maggioranza, come fanno tutti i gruppi”. È ormai questo il mantra che ripete insistentemente il ministro delle Riforme insieme al classico: “la maggioranza che sostiene il governo c'è e c'è sempre stata”. Insomma, poco importa se arrivano i voti di Verdini perché “fino ad oggi il governo ha sempre avuto voti autonomi su tutti i provvedimenti”. Su tutti ad eccezione proprio della riforma costituzionale e dell’Italicum, bisognerebbe sottolineare. Un conto è far passare la riforma alla Camera dove c’è una maggioranza solida, un altro è il Senato dove il Pd annovera quasi una trentina di dissidenti.
Ma la Boschi lancia segnali di ottimismo anche al termine del dibattito quando, come testimoniato dal videoreporter di Giornalettismo.com, rassicura un militante gay sull’approvazione della legge sulle unioni civili: “Ve li diamo di sicuro e per la prima volta, forse, riusciamo a mantenere anche quest’impegno”.
O la svampita Boschi si è scordata l’italiano oppure c’è una certa contraddizione nell’infilare nella stessa frase i termini “di sicuro” accanto a “forse”. Staremo a vedere ma di sicuro l’ottimismo della Boschi sembra alquanto eccessivo considerata la palude nella quale si trova il governo Renzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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