La Boschi "sudtirolese" vota a Bolzano dove non piace neppure al suo partito

Contro la pupilla di Renzi anche il fuoco amico di Pd e degli alleati La Biancofiore (Fi): «Parla di fake news ma la prima fake è lei stessa»

La Boschi "sudtirolese" vota a Bolzano dove non piace neppure al suo partito

Bolzano - Una domenica calda e soleggiata sul voto di Bolzano, dopo una campagna elettorale infiammata dalle polemiche divampate dalla candidatura di Maria Elena Boschi nel collegio sicuro del capoluogo altoatesino. Sulla pupilla di Renzi infatti si è scatenato un fuoco di fila da ogni parte politica, eccezion fatta per la Südtiroler Volkspartei, alla quale il leader Pd ha fatto generose concessioni pur di paracadutare qui due sottosegretari alla presidenza del Consiglio (oltre alla Boschi c'è un posto sicuro anche per Gianclaudio Bressa). Essì, imposti dall'alto in un contesto dove i candidati sono espressione locale, in una provincia che ha quell'autonomia speciale tanto osteggiata dalla stessa Boschi che voleva abolirl e tutte. Ma oramai siamo avvezzi ai ribaltamenti repentini: oggi l'avvenente sottosegretaria è diventata una fan convinta dell'autonomia e nega di aver detto mai il contrario. «La Boschi sostiene che le sue affermazioni contro l'autonomia siano una fake news - ha più volte ripetuto in questi giorni Michaela Biancofiore, coordinatrice regionale di Forza Italia è candidata alla Camera -. L'unica fake è lei stessa. Non è altoatesina, non sa nulla dell'Alto Adige, non sa cosa significhi nascere e crescere da italiana in Alto Adige». Una sfida al femminile quella di Bolzano, dove naturalmente non sono mancate le frecciate. «Non sono io a sfidarla - ha aggiunto la Biancofiore - è lei che viene a casa mia». La pupilla di Renzi ieri è andata a votare nella scuola elementare Goethe intorno a mezzogiorno e per poco non ha incrociato la sua rivale che vota nello stesso seggio.

A sparare a zero contro la Boschi anche il M5s. «Si doveva ritirare dalla politica e invece il Pd l'ha vestita da Heidi e l'ha spedita a Bolzano - ha detto Alessandro di Battista -. La credibilità di questa persona è pari a zero». Non meraviglia certo che dagli avversari arrivino stoccate, più sorprendente invece è stato il terremoto politico all'interno del suo stesso partito. Il Pd altoatesino si è spaccato con 14 esponenti che hanno sbattuto la porta, compreso il presidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo, che ha commentato con amarezza la decisione di Renzi. «È stata solo l'ultima goccia di un Pd che ha asfaltato la comunità di lingua italiana in Alto Adige». Sicuramente una parte dell'elettorato piddino seguirà i dissidenti e volterà le spalle alla Boschi e di conseguenza a Renzi, portando il partito al tracollo anche a Bolzano, come è previsto che accada in molte altre città italiane. Certamente la Svp con i suoi numeri garantirà l'elezione alla sottosegretaria, ma a quale prezzo? Quanto è davvero gradita la candidatura di un'italiana non del luogo fra gli elettori tedeschi? Di questa situazione ne approfittano i partiti della destra tedesca. La Südtiroler Freiheit, il partito di Eva Klotz, ha rivolto un appello agli elettori affinché votino scheda bianca o nulla nel collegio della Boschi. «La sua candidatura non è credibile, non è sostenibile», dicono, sottolineando tutte le affermazioni contro le autonomie speciali fatte dalla candidata Pd. «Un voto alla Svp - dichiarano gli esponenti della Südtiroler Freiheit - è un voto alla Boschi».

Sulla stessa linea anche Freiheitlichen, il partito gemello del Fpoe austriaco, che esortano a votare scheda bianca contro «i pupilli di Renzi».

Insomma, un vero e proprio terremoto politico, che potrebbe incrinare, oltre il risultato delle Politiche, anche quello delle Regionali di metà ottobre, rendendo difficile la riedizione dell'asse Pd-Svp.

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