Proteste in tutta Italia contro divieti e restrizioni del governo per contenere il Coronavirus. Fulcro della contestazione piazza Montecitorio, dove le proteste dei ristoratori contro la prolungata chiusura al grido di «libertà» e «buffoni» e con la presenza di esponenti di Italexit e Casapound, oltre che di Vittorio Sgarbi, contrario alle chiusure - è sfociata in tafferugli, con cariche della polizia, lanci di fumogeni, due poliziotti feriti leggermente (a cui ha espresso solidarietà il ministro Mara Carfagna) e sette manifestanti fermati. Resta quel grido urlato ai megafoni «siamo imprenditori, non delinquenti» che racconta l'esasperazione di chi è ormai sull'orlo del fallimento. E scatta anche la solidarietà tra agenti e manifestanti: a Roma un poliziotto ha confortato un manifestante in lacrime: «Sono un padre di famiglia e non lavoro». Ma anche nel resto del Paese ieri è andata in scena la rabbia di commercianti e imprenditori soffocati da misure e restrizioni.
A Roma, come detto, bandiere tricolori e simboli delle organizzazioni di categoria hanno sventolato di fronte al Parlamento prima che la protesta dei ristoratori vivesse momenti di tensione. I manifestanti hanno cercato di superare le transenne e la polizia, in assetto antisommossa, li ha caricati. Tra gli altri c'è anche Ermes, ristoratore modenese 51enne che si è presentato con il volto dipinto con il tricolore e in testa lo stesso copricapo di Jack Angeli, lo «sciamano» che partecipò all'assalto al Campidoglio Usa. «Siamo esasperati ha spiegato l'uomo e nessuno ci ha mai ascoltato. Mi sono dovuto vestire da pagliaccio per attirare l'attenzione. Spero che ora qualcuno si accorga di noi e ci ascolti. Ho dovuto pagare gli strozzini per pagare i dipendenti». Una delegazione, nel pomeriggio, è stata poi ricevuta dal parlamentare del Pd Emanuele Fiano. Storie di una crisi che strangola, rilanciate da due «masterchef» come Vissani e Colonna. «Qui se non si danno una mossa scoppia la rivoluzione. Il governo ha sottovalutato la disperazione del settore», spiega Vissani: «Si sta scherzando con il fuoco, la disperazione ormai è più pericolosa del Covid». Durissimo anche Colonna. Per lo chef laziale «la misura è colma» e «la protesta è arrivata tardi, siamo stati fin troppo civili», mentre «lo Stato non ha saputo gestire la pandemia». Ma come detto le manifestazioni si sono moltiplicate in tutta Italia. Sit in degli ambulanti a Bari, dei parrucchieri a Reggio Calabria, mentre titolari di bar e ristoranti di Vibo Valentia si sono dati appuntamento in prefettura per autodichiararsi «zona bianca». Protesta dei mercatali anche a Foggia, mentre in Campania gli ambulanti della Ana-Ugl hanno bloccato con camion e furgoni la A1 tra Napoli e Caserta «stoppando» anche il Governatore De Luca. Anche i loro colleghi milanesi hanno manifestato in 200 davanti alla Stazione centrale e al consiglio regionale della Lombardia al grido di «lavoro-lavoro». Ambulanti in agitazione pure in Toscana, dove oggi si manifesterà a Pistoia e Firenze per la chiusura dei mercati, mentre a Milano hanno manifestato anche i bus turistici, convergendo in quaranta sul palazzo della Regione e provocando disagi al traffico, mentre a Napoli i negozi hanno alzato le serrande mettendo mutande e biancheria in vetrina.
Un quadro di mobilitazione che spinge Gino Sciotto, presidente della Federazione autonoma piccole imprese, a chiedere di «riaprire tutto senza indugio alcuno», mentre L'europarlamentare di Fdi Nicola Procaccini chiede di «garantire riaperture progressive» e l'azzurro Roberto Occhiuto uno scostamento di bilancio per i ristori e un piano per le riaperture.
Dalla parte dei ristoratori, ma contro le violenze, e per la riapertura di musei e teatri anche il senatore di Leu Francesco Laforgia, mentre Stefano Fassina chiede di valutare la riapertura dei mercati all'aperto per aiutare gli ambulanti.
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