Una vicenda inammissibile che non può essere facilmente archiviata. Così, già ieri si è aperto l'Audit (l'audizione interna) sulla questione della rissa tra il direttore del Tg1 e il suo vice avvenuta nei corridoi Rai sabato scorso. Il primo a essere stato sentito è stato Angelo Polimeno Bottai, il vice direttore che ha innescato la lite. Oggi, invece, verrà convocato il direttore Giuseppe Carboni che, secondo alcuni testimoni, al colmo dell'ira sarebbe quasi arrivato agli spintoni. Al termine dell'Audit, verranno decise le sanzioni disciplinari che potrebbero andare dalla multa alla sospensione. Sempre oggi, la questione potrebbe arrivare anche sul tavolo della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, anche se non è di sua competenza, se qualcuno dei consiglieri dovesse chiedere delucidazioni in merito, visto l'eco che ha avuto sulla stampa.
La rissa - ricordiamo - si è scatenata sabato dopo che Polimeno Bottai ha chiesto insistentemente al responsabile del Tg1 chiarimenti sui turni di lavoro e sulle promozioni, ben 11, effettuate senza coinvolgerlo. Da qui è nata una discussione, che poi è trascesa agli insulti e, infine, quasi alla rissa fisica se non fosse intervenuto un altro vice direttore a sedare gli animi. Un litigio chiaro segno dei nervi tesissimi tra i vertici del telegiornale. E, anche, frutto delle lotte interne tra i pentastellati e i sovranisti. Si sa, infatti, che la Lega, forte dei sondaggi che la danno in grande avanzata, vorrebbe ridiscutere gli assetti interni della Rai, la maggiore azienda di «influenza» sugli italiani votanti. Per riassumere: il controllo del Tg1 è in mano ai grillini attraverso Carboni, cui si è «regalata» la poltrona giornalistica più importante d'Italia facendolo balzare da caporedattore del Tg2 a un ruolo che necessita di ben altra forza d'animo, autorevolezza ed esperienza. I sovranisti vorrebbero ottenere una maggiore visibilità nel notiziario o, addirittura, riconquistare la poltrona scalzando Carboni. Nel frattempo i graduati della «line», cioè la squadra di comando, messi in disparte scalpitano e si arrabbiano, come nel caso di Polimeno Bottai. Risultato? Nervi a fior di pelle, rissa, peggioramento della situazione di Carboni che, oltre alla rivolta interna, deve fronteggiare le critiche al suo Tg e il calo degli ascolti. Come andrà a finire? Redde rationem dopo i risultati delle elezioni europee...
Intanto, come arma di «distrazione» di massa, torna periodicamente la notizia del siluramento di Fabio Fazio da Raiuno. Quando si vuole distogliere l'attenzione pubblica dalle beghe interne Rai o, anche, da quelle di governo tra grillini e leghisti, si ricorre al presentatore. Che Fazio guadagni troppi soldi rispetto ai suoi colleghi e ovviamente rispetto a tutti gli operai del mondo è cosa nota, ma forse è eccessivo che ogni giorno venga impallinato come simbolo degli sprechi e delle ingiustizie d'Italia. Comunque anche ieri spifferi di viale Mazzini - tramite Dagopsia - davano Che tempo che fa già cancellato dai palinsesti della prossima stagione. Cosa che potrebbe anche accadere, visti i desideri di Salvini che attacca in continuazione il presentatore. Comunque, in Rai, le decisioni sul prossimo autunno non sono ancora state prese.
Di certo si proverà a ridiscutere il contratto di Fazio, abbassando i costi, sia quelli personali, sia quelli di produzione del programma, che fa capo a una società esterna di proprietà del presentatore medesimo. Poi, se queste trattative non andranno a buon fine, allora per Che tempo che fa si potrà anche ipotizzare il trasloco su un'altra rete Rai o addirittura su un'altra tv. Si vedrà.
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